Il fondo cinese CDM, di emanazione governativa, ha annunciato che raddoppierà gli stanziamenti disponibili per lo sviluppo di progetti eco-energetici ad almeno 10 miliardi di sterline (pari, al cambio attuale, a circa 1,5 miliardi di dollari) entro il 2012. A confermare la notizia, divenuta indiscrezione già nel corso della scorsa settimana, è stato il vice direttore del fondo, Jiao Xiaoping, durante il corso di una recente intervista rilasciata a Shanghai ad un media locale.
Il CDM (Clean Development Mechanism) è un fondo la cui attività fondamentale è relativa alla gestione dei commerci di crediti sulle emissioni di carbonio, in linea con quanto previsto dagli accordi sottoscritti nel protocollo di Kyoto del 1997.
E, sempre a proposito di emissioni di gas nocivi, giunge recente la conferma delle intenzioni del Paese asiatico di ridurre le emissioni di diossido di carbonio per unità di prodotto interno lordo dal 40% al 45% entro il 2020, utilizzando come base di calcolo i livelli del 2005.
Qualche difficoltà in più vi sarà invece per il rispetto dell’obiettivo di riduzione dell’intensità energetica. Nel 2005 la Cina si impegnò a contrarre tale dato del 20% entro il 2010; i dati relativi al quadriennio 2006 – 2009 ci dicono invece che l’intensità di sfruttamento dell’energia si è ridotta del 15,6%, rendendo arduo da conseguire il target sopra ricordato.