Se le cose dovessero andare per il verso giusto, le fasi di studio, ricerca e progettazione di novità tecnologiche nel campo dello sfruttamento dell’energia eolica potrebbero subire delle positive accelerazioni. Il motivo è da ricercarsi in una recente partnership siglata all’interno dell’Unione Europea tra diversi Paesi impegnati nello sviluppo di questa energia rinnovabile, e che vedono la Scozia come apripista non certo inaspettata.
E’ infatti stato il ministro scozzese per l’energia, Jim Mather, a lanciare una partnership comunitaria con lo scopo di incrementare in maniera consistente i passi avanti nell’eolico offshore e onshore: il progetto, denominato “Good Practice Wind”, dovrebbe aiutare l’Unione Europea a conseguire i propri obiettivi di riduzione delle emissioni di carbonio entro lo stimato 2020.
Alla proposta della “leader” scozzese hanno fatto seguito le adesioni di alcune nazioni già impegnate in maniera incisiva sul fronte, e altre che invece appaiono in ritardo – ma ben volenterose di recuperare il gap negativo – nel campo dell’eolico. Otto sono quindi i partner del progetto: Scozia, Irlanda, Spagna, Belgio, Grecia, Norvegia, Malta e Italia.
Il ministro Mather, parlando all’inaugurazione della partnership, ha dichiarato che i progressi internazionali nelle energie rinnovabili devono essere in armonia con lo sviluppo sostenibile, e questo è il motivo per il quale il progetto è da considerarsi come un’iniziativa molto importante in materia, “bilanciando la visione internazionale sugli investimenti nelle rinnovabili con gli obiettivi di sviluppo“.