I problemi inerenti le energie rinnovabili bulgare non sono troppo distanti da quegli italiani, fatte le debite proporzioni e le dovute diversificazioni in merito ai due differenti contesti e ai diversi gradi di sviluppo della materia. Tuttavia, al fine di evitare atteggiamenti eccessivamente speculativi delle società locali, incoraggiando gli investitori a innovazioni “green”, nel Paese europeo è stata lanciata una nuova normativa con alcuni elementi utili.
Il governo bulgaro ha infatti deciso di metter mano all’ordinamento, e ha voluto introdurre diversi “freni” a un potenziale sviluppo incontrollato dell’energia solare e dell’energia eolica, comparti che sono ritenuti quali cause determinanti del rincaro dei prezzi dell’energia.
L’intervento del governo bulgaro, sostengono gli oppositori, è comunque tardivo, poichè giunge in un momento di consolidato sviluppo del settore eco-energetico, con una capacità installata cumulativa che ha superato i 6 GW, e pertanto al di là della potenza sopportata dalla rete energetica nazionale.
Tra gli interventi governativi spicca comunque la modifica all’obbligo di acquisto dell’energia pulita a prezzo fisso, e la fissazione di tale prezzo al momento dell’edificazione dell’impianto, e non al momento della firma del contratto preliminare.
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