In italiano il gioco di parole non riesce, e perciò riportiamo, in inglese, il titolo originario dell’articolo di Debra J. Saunders, sul San Francisco Chronicle: “Green jobs are not evergreen jobs”. Ovvero: cosa accade se le aziende eco-energetiche creano posti di lavoro, grazie anche ai corposi aiuti e incentivi provenienti da governi centrali e federali, per poi spostare la produzione in mercati emergenti dove il costo del personale è sicuramente inferiore a quanto in essere nei mercati occidentali più maturi?
L’esempio portato avanti dalla giornalista del SFC è quello relativo alla Evergreen Solar, società del Massachusetts che ha ottenuto circa 43 milioni di dollari di aiuti dal governo, per poi scegliere di chiudere la propria fabbrica di Devens, e spostare tutta la produzione in Cina, lasciando così a casa circa 800 lavoratori.
Il rischio non è, tuttavia, solo statunitense. Già negli scorsi giorni abbiamo avuto modo di precisare quali possano essere i timori speculativi dietro ai significativi ecoincentivi fotovoltaici presenti anche qui in Italia.
Insomma, a nostro avviso è necessario monitorare più attentamente l’erogazione dei bonus fiscali sulle energie rinnovabili, affinchè le aziende beneficiarie si impegnino a garantire adeguati flussi occupazionali sul territorio.
L'Aptenia presenta un'unica difficoltà: la pronuncia del suo nome. Per il resto, si tratta di…
Cresce la lista delle specie marine a rischio. L'ultimo allarme arriva dall'Adriatico: una notizia che…
21 gennaio 1968, un B-52 statunitense precipita in Groenlandia: delle quattro bombe atomiche che trasportava,…