L’industria dello sfruttamento della geotermia lancia un allarme: mancano risorse umane specializzate in materia, e si rischia davvero di creare un pericoloso gap occupazione in grado di ritardare lo sviluppo di questo importante segmento delle energie rinnovabili. La colpa di questa “mancanza”? La concorrenza esercitata da settori più maturi, come quelli relativi allo sfruttamento di risorse non rinnovabili nel breve periodo come il petrolio e il gas, che assorbirebbero posti di lavoro a discapito della geotermia e di altri segmenti eco-energetici.
Il problema relativo al mercato del lavoro della geotermia è inoltre più sensibile nei Paesi in via di sviluppo, laddove il ricorso a tali fonti rinnovabili dovrebbe invece essere in fase di rapida crescita.
Negli Stati Uniti, invece, il problema è meno sentito. Secondo un recente report pubblicato dalla Geothermal Energy Association, infatti, l’industria statunitense espanderà le file delle proprie risorse umane di alcune migliaia di unità nel corso del prossimo anno, grazie soprattutto all’aiuto di una serie di incentivi governativi e di diversi programmi formativi di alta specializzazione organizzati da Università e college.
Anche in virtù di quanto sopra, il 2011 potrebbe tradursi per la geotermia nell’anno del rilancio, dopo un 2010 piuttosto fiacco (la GEA sostiene che la capacità installata sarà inferiore ai 176 MW del 2009).
Le nazioni USA maggiormente interessate dalle nuove installazioni geotermiche saranno il Nevada e la California.