Vi ricordate del WaveHub, il dispositivo, collegato sul fondo del mare della Cornovaglia, che avrebbe dovuto consentire un adeguato sfruttamento della forza delle correnti? Ebbene, la fase di “prova” prolungata del prototipo del WaveHub è finalmente terminata, e i risultati del nuovo impianto eco-energetico sembrano essere particolarmente soddisfacenti, tanto che i produttori del congegno si dicono pronti a fare affari con i migliori offerenti che vogliano rilevare l’energia prodotta dal progetto.
Il WaveHub, installato la scorsa estate 16 chilometri a largo delle coste della Cornovaglia, è un macchinario costato ben 42 milioni di sterline, e rappresentato da quattro dispositivi connessi a un elemento ancorato sul fondo del mare (dal peso di 12 tonnellate) grazie a dei cavi flessibili lunghi 300 metri.
Il sistema è ora connesso alla rete elettrica grazie a un collegamento lungo quasi 25 chilometri, gli ultimi cinque dei quali letteralmente incastonati nella roccia.
Al di là dei dati tecnici, possono ben rappresentare la fiducia nello sviluppo di questo nuovo impianto le parole di Guy Lavender, general manager del WaheBub, il quale ha annunciato che durante gli scorsi mesi l’integrità e l’efficienza del dispositivo è stata continuamente messa alla prova, ma solo pochi giorni fa si è avuta la certezza che tutto fosse andato bene, grazie alla riuscita connessione alla rete energetica locale.