In un passato nemmeno troppo lontano erano le dinamiche dei mercati e l’avanzamento tecnologico a tutti i costi a dettare legge, mentre oggi a guidare i processi deve esserci la protezione dell’ambiente e la riduzione dell’impatto delle attività umane sul clima e sul nostro pianeta in generale.
Lo sa bene Eni, che è tra i precursori delleconomia circolare e che si confronta già da tempo con le sfide poste dalla necessità di recuperare e riutilizzare le risorse a nostra disposizione attraverso le tecnologie più innovative. Di questo si occupa soprattutto attraverso Syndial, società ambientale di Eni impegnata in interventi di bonifica di siti operativi e dismessi per la loro valorizzazione e riqualificazione, a vantaggio delle comunità locali, nel trattamento delle acque per favorirne il reimpiego e ridurre il prelievo in natura, e nella gestione dei rifiuti industriali, da bonifica e urbani per recuperarne le potenzialità energetiche nell’ambito dei processi End of Waste.
Proprio per promuovere nuove iniziative nell’ambito dell’economia circolare, della decarbonizzazione e della sostenibilità è stato siglato un importante accordo Eni, e Cassa depositi e prestiti.
Queste due realtà uniranno le loro forze per valutare la possibilità di realizzare impianti Waste to Fuel, dedicati alla conversione dei rifiuti organici in biocombustibili, e di impianti per la produzione di energia rinnovabile, quando possibile recuperando e valorizzando delle aree industriali dismesse.
Ogni società si metterà in gioco sfruttando rispettivamente i propri punti di forza.
Tutto è cominciato nel 2016 a Gela, in Sicilia, dove sull’area oggetto della messa in sicurezza permanente della discarica ISAF di gessi fosfatici, inutilizzabile per nuovi processi produttivi, è stato realizzato un Parco fotovoltaico che ogni anno consente di risparmiare 1.600 tonnellate di petrolio e di ridurre le emissioni di CO2.
Non solo: sempre Gela, nel 2018, ha visto l’avvio il progetto pilota Waste to Fuel, che recupera i rifiuti organici urbani – quindi gli avanzi e i residui di cibo ma anche gli scarti dell’industria agroalimentare – per trasformarlo in un bio olio che servirà a produrre carburanti di nuova generazione: si calcola che da una tonnellata di materia organica si possano produrre fino a 140 chili di bio olio. Inoltre l’impianto permette di recuperare anche il naturale contenuto di acqua presente dei rifiuti umidi urbani (pari a circa il 70%).
Altri esempi delle best practice di Eni in ambito di economia circolare sono il sito di Assemini, dove è stato avviato il primo impianto fotovoltaico previsto dal Progetto Italia di Eni, e Ponticelle NOI – Nuove Opportunità di Innovazione a Ravenna, la cui realizzazione si inserisce nella nuova strategia circolare della società del cane a sei zampe. Ponticelle è al centro di un progetto che prevede, oltre alle attività di risanamento, anche l’attuazione di un piano di sviluppo e riqualificazione produttiva che trasformerà l’area esterna in un’isola energetica simbolo dell’economia green e sostenibile.
In collaborazione con Eni
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