Un obiettivo ambizioso che però non piace alle associazioni ambientaliste, che stanno già cercando di far sentire la loro voce. La società valdostana ha mandato un avviso alla Capitaneria di Porto Torres chiedendo appunto una concessione della zona per un periodo di tempo di 50 anni.
Successivamente questa richiesta è stata messa a disposizione di tutti nell’albo pretorio del Comune e proprio da quel momento le associazioni si stanno facendo sentire, contro un progetto che dovrebbe essere realizzato al centro del famoso Santuario dei cetacei, in un punto importante per la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità marina.
Non dobbiamo dimenticare infatti che ci troviamo proprio di fronte al Parco Nazionale dell’Asinara, a poca distanza dalla spiaggia di Stintino. Dei luoghi appartenenti al patrimonio naturalistico del nostro Paese che non possono essere sottovalutati e che devono assolutamente essere preservati da ogni possibile pericolo.
Il sindaco di Porto Torres, Beniamino Scarpa, si è detto contrario ad un’ipotesti di questo tipo. Dello stesso parere è Ugo Cappellacci, presidente della Regione. Intanto Legambiente Sardegna, Gruppo d’intervento giuridico e Amici della Terra hanno deciso di formalizzare un atto di opposizione.
E Mauro Pili, deputato regionale, ha deciso di presentare un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Corrado Clini e al ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera.
Sulla questione è intervenuta anche Alessandra Zedda, assessore regionale all’Industria, che ha spiegato che non c’è nulla da temere: “Sono già stati assunti provvedimenti adeguati che vietano qualsiasi tipo di impianto eolico off-shore sulle nostre coste per il pregiudizio ambientale. Nel Piano d’azione regionale per le energie rinnovabili, approvato lo scorso mese di marzo dalla Giunta, abbiamo bandito l’off-shore non solo nel golfo dell’Asinara, ma in tutta la Sardegna“.
Anche il ricorso all’energia pulita non soddisfa le esigenze degli ambientalisti, i quali lamentano una mancata attenzione all’impatto ambientale che l’eolico potrebbe avere nel mare. Naturalmente qui non si tratta di realizzare una centrale eolica in un punto qualsiasi del mare, ma di intervenire sull’ecosistema che caratterizza il Santuario dei cetacei.
E’ pur vero comunque che si è sempre pronti a protestare per qualunque cosa. Se non si fa ricorso alle ecoenergie, c’è il pericolo di aggravare il problema dell’inquinamento; se si sceglie di costruire un impianto eolico, ci sono gli equilibri del mare da tenere in considerazione.
Che cosa fare, quindi? E’ difficile riuscire ad avere tutto, accontentando tutti. Lo stesso discorso si può fare, dicendo che è davvero complicato riuscire a portare avanti una tutela ambientale che sia assoluta.
Probabilmente ci si dovrebbe accontentare di quello che si riesce a fare e, se si vuole portare avanti lo sviluppo sostenibile basato sulla green economy, bisogna ricordarsi che l’efficienza energetica è fondamentale.
Non stiamo dicendo che il fine giustifica i mezzi, stiamo dicendo soltanto che non è facile conciliare tutti gli aspetti della salvaguardia dell’ambiente. Questo a volte accade ed è un dato di fatto, che non può essere risolto in altri modi.
Forse bisogna accettare di essere sconfitti, forse bisogna riuscire a comprendere fino in fondo che l’azione dell’uomo sul territorio non può essere ad impatto zero. Il nostro pianeta va rispettato, ma non possiamo non essere consapevoli del fatto che la nostra presenza sulla Terra comporta inevitabilmente delle conseguenze.
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