L’eruzione del vulcano Pinatubo, situato nelle Filippine, del 1991 è uno degli eventi più catastrofici per quanto riguarda le ripercussioni sull’ambiente. Ecco cosa avvenne.
Per comprendere la vastità dell’evento dobbiamo necessariamente far riferimento al VolcanExplosivity Index, ossia la scala creata da Newhall e Self nel 1982 per classificare le eruzioni vulcaniche. L’indice è costituito da 8 gradini che per l’appunto vanno dallo 0 all’8. L’eruzione del Pinatubo del 1991 si classifica sul sesto livello, descritta dagli scienziati con il termine “colossale”. Solo altri 6 eventi eruttivi nella storia hanno avuto cotale potenza come quello dell’Hunga Tonga del 2022.
In realtà il vulcano delle Filippine diede alcune avvisaglie prima di sprigionare tutta la sua forza. Un anno prima difatti, un forte terremoto di magnitudo 7,8 della scala Richter scosse l’isola di Luzon provocando quasi 1500 vittime. Questa, secondo alcuni esperti, fu la causa scatenante dell’evento eruttivo. Già dal Marzo 1991, il Pinatubo iniziò a gettar fuori materiali lavici e vapori. I livelli di preoccupazione però si innalzarono quando si scoprì che la camera magmatica era colma di lava e pronta per fuoriuscire.
Alle ore 03:41 del 12 Giugno 1991 si scatenò l’inferno. Una prima eruzione di dimensioni astronomiche fece elevare in cielo una colonna eruttiva di 19 chilometri. Nel bel pieno del pomeriggio dello stesso giorno, una seconda eruzione fece apparire una colonna di fumi alta 24 chilometri. Un terzo ed ultimo evento eruttivo avvenne il giorno dopo formando un pennacchio di ceneri alto 21 chilometri. Materiali piroclastici e cenere si sparsero per chilometri e chilometri nelle vicinanze del Pinatubo.
La nube di cenere si sparse lungo un territorio di 125mila chilometri quadrati. Le ceneri vennero trasportate dal vento: dalle Filippine giunsero fino in Cambogia, in Malesia ed in Vietnam. Dopo il 15 di Giugno, l’attività vulcanica continuò ma in livelli sempre più decrescenti per concludersi solo il 2 Settembre 1991.
Circa 300 persone morirono a causa del disastro ambientale. Il numero di vittime è così esiguo grazie ad un’ottima previdenza dei vulcanologi che compresero la situazione ed evacuarono i centri abitati nelle vicinanze. Entro un raggio di 14 chilometri tutta la vita terrestre cessò di esistere. Allo stesso modo campi coltivati ed edifici subirono danni irreparabili. Inoltre l’eruzione del Pinatubo comportò una modifica del clima globale: venne infatti prodotta una quantità immane di acido solforico, il quale diffusosi nell’atmosfera ha fatto registrare una diminuzione delle temperature mondiali del -0,5. Inoltre, questo evento eruttivo ebbe anche un effetto assai negativo sul buco dell’ozono, andandolo a lesionare ancor di più di quanto fosse già leso.
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