Gli scienziati hanno scoperto un’importante novità rispetto alle eruzioni vulcaniche, che potrebbe rivoluzionare tutto quello che avevamo creduto finora.
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Il fenomeno dell’eruzione vulcanica comporta la fuoriuscita di materiale magmatico sulla superficie terrestre. Un’eruzione può avvenire in vari modi, provocando disagi più o meno gravi, uno di questi è sicuramente la dispersione di gas tossici nell’atmosfera. Inoltre un’eruzione può avvenire sia sulla terraferma che in fondo al mare: ci basti pensare che i vulcani sottomarini scoperti fino ad oggi sono circa 20mila, molti dei quali attivi ma ancora inesplorati.
Ma cosa provoca un’eruzione vulcanica? E soprattutto, da dove proviene il materiale rilasciato in superficie? Per rispondere a queste domande bisogna far riferimento a una recente scoperta fatta da alcuni scienziati della Cornell University, negli Stati Uniti (gli stessi che hanno scoperto un modo per isolare i possibili messaggi provenienti da forme di vita aliene), che ha rivoluzionato il modo di pensare alle eruzioni vulcaniche.
Eruzioni vulcaniche: nuove scoperte su come e perché avvengono
Fino a poco tempo fa si credeva infatti che fosse l’acqua a spingere il magma in superficie, ora invece è stato scoperto che a svolgere un ruolo fondamentale in questi fenomeni è l’anidride carbonica. Ma non solo: prima si riteneva che il magma provenisse dalla crosta terrestre e per la precisione dai suoi strati più profondi, che si trovano a circa 7-13 chilometri di profondità.
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Secondo l’ultima scoperta, invece, il magma proviene dal mantello, quindi da profondità molto più alte, comprese tra i 20 e i 30 chilometri. Queste nuove informazioni riguardano in particolar modo i vulcani basaltici, il più grande dei quali è sicuramente il Mauna Loa delle Hawaii. Tale vulcano sottomarino si estende per circa 5mila metri sotto il livello del mare. Inoltre, nonostante la sua imponenza, è un vulcano piuttosto mite: le sue eruzioni non solo esplosive, ma anzi comportano un lento accumulo di lava lungo le pendici del monte stesso.
Sicurezza sui vulcani: come organizzare le città?
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Le nuove scoperte potrebbero aprire la strada a un nuovo modo di pianificare le aree circostanti i vulcani nella maniera più sicura possibile. Ad oggi sono infatti numerose le città che sorgono in prossimità di vulcani attivi. Alcuni di questi non sono pericolosi, ad esempio l’Etna a Catania. Altri, invece, possono dar vita a eruzioni esplosive e devastanti e provocare la morte di innumerevoli esseri viventi.