ESG: cos’è e a cosa è dovuta tutta la sua influenza

Esg è uno standard a punteggi che la maggior parte delle aziende intenzionate a puntare sul green stanno introducendo come criterio di valutazione del proprio operato.

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Sostenibilità filiera produttiva (Foto da Canva) – Ecoo.it

Da quando il green è entrato a gamba tesa all’interno del settore produttivo, sono stati implementati degli standard di qualità che possano distinguere tra le imprese davvero sostenibili e quelle che praticano operazioni di greenwashing. Questo per migliorare la fiducia dei consumatori nei confronti della produzione sostenibile, ed anche per aiutare gli stessi controlli delle direttive europee ad orientarsi.

Finché non esistonevano degli standard qualitativi che coinvolgessero tutte fasi della filiera, non si poteva davvero conoscere l’impatto ambientale che un’azienda produceva. E sembra essere proprio questa la direzione delle ESG, acronimo di una serie di valori che dovrebbero essere misurati per ogni operato aziendale. Conosciamo meglio questo acronimo.

Cos’è l’ESG e cosa rappresenta

È una sigla ormai piuttosto conosciuta nel mondo dell’ecologia e della sostenibilità. Nel 2004, il suo inventore, James Gifford, la ha coniata durante un programma ONU per l’ambiente a Ginevra. Già quasi vent’anni fa era nota l’importanza della sostenibilità ambientale e di quanto si dovesse lavorare per creare una consapevolezza diffusa sul tema ecologico. A partire dalla produzione per arrivare ai consumatori.

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Lotta cambiamento climatico (Foto da Canva) – Ecoo.it

Già la parola del ESG è una manovra molto diretta con strategia statunitense. E come environmental. S come sustainability. G come governance. Nella S di sostenibilità è compreso anche il termine sociale. A sottolineare quanto la sostenibilità non possa prescindere da un’attenzione verso i diritti sociali. Environmental a significare il rapporto che l’essere umano deve avere con l’ambiente. Nello specifico le iniziative che sono necessarie per ristabilire valori determinanti quali la biodiversità, la sicurezza agroalimentarem ed il rispetto dell’ambiente e delle popolazioni indigene.

Tutto ciò che è racchiuso nella S, quindi sostenibilità sociale. Concetto che può essere tradotto semplicemente in una maggiore attenzione verso le condizioni di lavoro anche negli stabilimenti esternalizzati in paesi terzi, dove determinate garanzie non sussistono. Al centro ci deve essere il benessere della persona che lavora ed una retribuzione adeguata alla sua professione. In quel termine sociale si inserisce anche il diritto ad un ambiente sano e non inquinato per gli abitanti della Terra. Ultimo traguardo raggiunto in tempi davvero recenti. A termine del corollario la governance ovvero le attività che la schiera decisionale di un’azienda deve intraprendere per garantire i diritti ed i valori di cui sopra.

L’attenzione verso il mondo dell’agricoltura sostenibile

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Sostenibilità filiera produttiva (Foto da Canva) – Ecoo.it

Con la consapevolezza che la filiera dell’agroalimentare, così come improntata oggi, ha un impatto ambientale piuttosto alto, chi assegna i punteggi delle ESG, dovrà tenere conto della quantità di CO2 che viene emessa in una qualunque delle fasi produttive. A partire dall’agricoltura e dal rapporto con la terra. In definitiva si potrebbe filosofeggiare ampiamente su questo acronimo, che è diventato uno standard per diverse imprese. All’atto pratico la trasformazione degli standard aziendali potrebbe virare in direzione green soltanto se il protocollo non si arresta alla mera certificazione, ma tenta in ogni modo di inserire i suoi valori nel mondo lavorativo e di trasmetterli all’esterno verso la società civile.

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