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Le etichette alimentari sono soggette alle nuove regole europee, elaborate per fare chiarezza su una questione che ha sempre fatto discutere molto. L’obiettivo è quello di provvedere alla sicurezza alimentare. La Commissione Europea ha disposto un nuovo regolamento già da tempo, infatti le norme sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale UE il 22 novembre 2011. Gli Stati membri dell’Unione hanno avuto 3 anni di tempo per adeguarsi a ciò che è stabilito dalle nuove norme, che apportano delle novità sostanziali, soprattutto per ciò che interessa le indicazioni che devono essere riportati sui prodotti alimentari.
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La tabella nutrizionale
I prodotti alimentari confezionati devono riportare una tabella nutrizionale composta da 7 elementi. Si tratta di valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, proteine, zuccheri e sale, tutti riferiti a 100 grammi o 100 ml di prodotto.
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La leggibilità delle scritte
Viene definita la dimensione minima dei caratteri tipografici utilizzati nelle etichette. E’ stato stabilito che devono essere di almeno 1,2 mm o 0,9 mm per le confezioni più piccole. Questo renderà più facile la lettura anche agli anziani. Se la superficie della confezione è inferiore a 10 cm quadrati, vanno comunque riportate le notizie essenziali.
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La scadenza
Su ogni singola porzione deve essere riportata la data di scadenza. Inoltre la carne, le preparazioni che derivano da essa e i prodotti ittici surgelati devono riportare il giorno, il mese e l’anno della surgelazione.
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Gli allergeni
Nella lista degli ingredienti, usando particolari accorgimenti grafici, come il grassetto o il colore, devono essere evidenziate le sostanze che possono procurare allergie o intolleranze (glutine, crostacei, arachidi, frutta a guscio, lattosio). Si devono adeguare anche le attività che somministrano alimenti e bevande, comunicando ai clienti in maniera tempestiva gli allergeni.
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L’origine del prodotto
Sull’etichetta devono essere indicati il luogo di allevamento e di macellazione anche per le carni diverse da quella bovina. L’informazione sull’origine del prodotto è obbligatoria anche nel caso in cui, se non venisse indicata, potrebbe indurre in errore il consumatore.
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La scritta “oli vegetali”
Non possono rientrare più sotto la dicitura generica di “oli vegetali” i grassi tropicali, come l’olio di palma o di cocco. Fra gli ingredienti va indicato precisamente di che tipo di olio si tratta. Inoltre se gli oli o i grassi sono stati idrogenati, bisogna riportare la dicitura “totalmente o parzialmente idrogenato”.
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L’indirizzo del produttore
L’indirizzo del produttore (la sede legale, non quella dello stabilimento di produzione) deve essere indicato non soltanto in riferimento al Comune di appartenenza, ma devono essere specificate tutte le informazioni, comprensive del numero civico.
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La caffeina
Le bevande a base di tè e caffè, che hanno una percentuale di caffeina maggiore di 150 mg/l, devono riportare sull’etichetta la scritta “tenore elevato di caffeina” e anche l’avvertenza “non raccomandato per bambini e donne in gravidanza o nel periodo di allattamento”.
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I prodotti venduti online
I prodotti alimentari venduti online devono rispondere a tutte le informazioni obbligatorie per legge, che devono essere indicate chiaramente ai consumatori, prima della conclusione dell’acquisto. Fa eccezione la data di scadenza, che può essere fornita al momento della consegna del cibo acquistato.
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Le polemiche
Molte polemiche ci sono state riguardo all’obbligo di indicare la sede dello stabilimento. Con questa si intende la sede legale del produttore e non quella dello stabilimento di produzione. Quest’ultima prima, per l’applicazione della legge italiana 109 del 1992, era obbligatoria. Adesso diventa soltanto facoltativa. Viene contestato soprattutto il fatto che, in mancanza di questa indicazione, non si può capire se un’azienda produce all’estero. Il problema è molto urgente soprattutto per le multinazionali. Proprio per questo i vari gruppi politici hanno mosso delle obiezioni. In particolare il Movimento 5 Stelle ha fatto una proposta di legge, con l’obiettivo di conservare l’indicazione in etichetta della sede di produzione e di confezionamento dei prodotti. I grillini hanno chiesto ai cittadini di far sentire ciò che ne pensano, attraverso una lettera indirizzata a Renzi, al ministro dello sviluppo economico, Federica Guidi, e a quello dell’agricoltura, Maurizio Martina. I 5 Stelle si dichiarano preoccupati per il silenzio in merito da parte del governo. Michele Anzaldi del PD ha annunciato la presentazione di un’interrogazione a tal proposito, perché il governo possa correggere la norma europea, in quanto ritiene che perdere l’obbligo di indicare il luogo di produzione sarebbe un grave danno per il made in Italy.
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