L’Italia ed altre sette nazioni si sono dette contrarie alla proposta di regolamento della Commissione Europea sui nuovi standard Euro 7 per i veicoli.
Dal 1° luglio del 2025 si prevede l’introduzione della normativa sull’Euro 7, i nuovi standard sulle emissioni delle auto a benzina e gasolio per ridurre i livelli di inquinamento dell’aria. Una proposta di regolamento della Commissione Europea che ancora, però, deve essere approvata.
Le nuove normative, però, non convincono alcuni Paesi dell’Ue, Italia compresa, che hanno presentato un non-paper congiunto alla Commissione Ue spiegando quali rischi potrebbe avere il nuovo regolamento sul settore dell’automotive.
Italia, Francia, Polonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria hanno presentato un non-paper congiunto alla Commissione Europea dicendosi contrari alla proposta di regolamento sull’Euro 7.
L’Unione Europea da tempo sta lavorando limitare le emissioni di Co2 nell’aria dei veicoli ed avrebbe stilato i nuovi standard Euro 7 per le auto a benzina e diesel con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria. Una proposta che, secondo le intenzioni di Bruxelles, dovrebbe entrare in vigore già dal 1° luglio del 2025 per le auto ed i furgoni e due anni più tardi per i mezzi pesanti.
Secondo gli otto Paesi firmatari del documento, come riporta la redazione de Il Sole 24 Ore, le nuove regole non sarebbero realistiche e potrebbero portare dei danni relativi agli investimenti nell’automotive, settore che già da anni si sta impegnando per la produzione di veicoli elettrici. L’Italia e le altre sette nazioni sostengono che le nuove normative dovrebbero essere considerate in un contesto più ampio tenendo anche in conto l’approvazione del blocco ai motori termici dal 2035.
Diverse le perplessità soprattutto per quanto concerne le regole riguardanti le emissioni derivanti da freni e pneumatici.
Le otto nazioni hanno chiesto, attraverso il non-paper, una proroga delle date fissate per l’introduzione degli standard Euro 7 (2025 e 2027). Questo perché, sostengono, come riporta Il Sole 24 Ore, bisognerà fare una valutazione idonea su quello che potrebbe essere l’impatto dei nuovi standard sui consumatori in modo che possano essere realistici per quanto concerne lo “stato dello sviluppo tecnico e in termini di analisi costi-benefici”.
Il regolamento, dunque, per i firmatari non dovrà provocare danni all’industria automobilistica del Continente e continuare a permette l’accesso alla mobilità ai consumatori.
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