[galleria id=”53″]Il Parlamento Europeo ha intenzione di dar seguito alle proposte presentate nei giorni scorsi dalla Commissione Industria in merito all’obbligo per i paesi membri in base al quale entro il 2018 gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero.
Le case sono vere e proprie divoratrici energetiche. L’aria condizionata, il riscaldamento e l’uso degli elettrodomestici comportano uno spreco annuo del 40% in risorse energetiche. Oltre ad essere una delle principali fonti antropiche di gas serra, le case contribuiscono alla dipendenza dalle fonti energetiche provenienti dall’estero: l’Europa importa oltre il 51% della propria disponibilità energetica in gas. La situazione sta diventando chiaramente insostenibile in termini di costi economici e di inquinamento ambientale.
Una delle soluzioni a questi problemi passa attraverso il filtro del risparmio energetico. Con la nuova direttiva europea, gli edifici di nuova costruzione entro il 2018 dovranno essere tutti autosufficienti. Ovvero le fonti energetiche che li alimenteranno saranno necessariamente rinnovabili. La Commissione Parlamentare Industria, oltre a proporre l’obbligo degli edifici a risparmio energetico, ha evidenziato la necessità di definire in maniera comune che cos’è un edificio a impatto zero ed anche degli specifici obiettivi nazionali utili a ridurre il consumo energetico nell’edilizia. Tuttavia si pone il problema degli investimenti economici necessari per l’utilizzo esclusivo dell’energia rinnovabile negli edifici. A tal proposito si ventila l’ipotesi della messa a punto di un fondo europeo, insieme ad una sostanziale riduzione dell’IVA per i prodotti che aumentano l’efficienza energetica negli edifici.
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