Negli ultimi tempi si è registrato un significativo aumento delle macchie solari: cosa sono e cosa potrebbero provocare.
Il Sole solo nel mese di giugno ha purtroppo prodotto 160 macchie, si tratta di un numero elevatissimo, infatti è il più alto degli ultimi 20 anni. Dalle analisi è emerso che il ciclo solare attuale, ovvero il 25esimo dalla prima registrazione, è aumentato a dismisura rispetto a quanto, invece, pensavano la Nasa e la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).
Gli esperti di entrambe si dicono preoccupati adesso per il futuro, infatti si potrebbero registrare forti eventi meteo spaziali. Ma cosa avevano previsto? Un numero mensile di macchie solari di circa 125, ma i dati parlano di numeri più alti, con questo ritmo si dovrebbe arrivare a circa 200.
Macchie solari, cosa potrebbero provocare: il parere degli esperti
Preoccupa il numero di macchie solari registrate negli ultimi tempi. Gli esperti, però, hanno anche lanciato l’allarme su quello che potrebbe accadere. Qualche giorno fa, più precisamente il 2 luglio, è stato registrato un fortissimo brillamento sul Sole, causato da una delle macchie.
Si tratta di un lampo energetico che ha provocato un passeggero blackout radio in alcune parti degli Stati Uniti e nell’Oceano Pacifico. Gli esperti hanno sottolineato che questi fenomeni potrebbero essere registrati con più frequenza in futuro soprattutto quando il ciclo solare si avvicinerà al suo massimo.
Cosa comporta la produzione di più macchie solari? Semplice, porterebbe ad avere più brillantamenti e anche espulsioni di massa coronale, ossia forti eruzioni di particelle piene che formano il vento solare. In sintesi potrebbe verificarsi il maltempo spaziale sul nostro Pianeta. Le esplosioni di vento solare possono raggiungere addirittura il campo magnetico terrestre riuscendo a sovraccaricare le particelle nell’atmosfera, si potrebbero creare degli affascinasti spettacoli aurorali, ma l’aspetto negativo riguarderebbe i problemi gravi alle reti elettriche e ai satelliti presenti nell’orbita terrestre.
In tal senso, il fisico solare Tom Berger, come riporta la redazione di Space.com, ha evidenziato che diversi anni fa, nel 2003, gli addetti satellitari hanno perso i contatti con diversi mezzi spaziali per diverse ore, dove è accaduto tutto ciò? Nella regione dell’orbita terrestre bassa, in quel punto sono presenti diversi satelliti e la Stazione Spaziale Internazionale, la causa all’epoca è stata l’aumento della densità del gas. Quest’ultimo interagendo con il vento solare provoca una dilatazione dell’atmosfera, circostanza per cui i satelliti devono essere capaci di adattarsi e dover dimostrare più resistenza.
Si sono già registrati delle anomalie metereologiche spaziali. Le particelle solari piene sono in grado di creare seri danni all’elettronica dei veicoli spaziali, possono addirittura staccare i segnali GPS e, inoltre potrebbero danneggiare le reti elettriche sulla Terra. La storia ricorda la tempesta solare più potente della storia, siamo nel 1859 e alcuni addetti del telegrafo dichiararono di scintille che fuoriuscivano dai macchinari. In Europa e in Nord America il disservizio durò parecchi giorni.
Gli esperti monitorano la situazione
Una situazione che i meteorologici spaziali tengono sotto occhio e, non escludono, però, che già nei prossimi giorni si potrebbero verificare dei fuochi d’artificio solari. Espulsioni di massa coronale non ne sono state registrate, ma ciò che preoccupa sono le aurore, queste potrebbero essere spinte dal vento solare ad una velocità sostenuta.