In molti pensano che fare una consegna rappresenti un qualcosa di molto facile da fare per lavoro. Dopo aver visto questo video però cambieranno di certo idea.
Fare una consegna dovrebbe essere una azione quanto più semplice possibile. Ne va della buona riuscita della missione per postini, corrieri e portantini. Ne sa qualcosa Sam “Porter” Bridges nel videogioco Death Stranding, che in realtà più che un videogioco rappresenta una vera e propria esperienza esistenziale e filosofica. In Death Stranding la figura del corriere assume una importanza capitale, con chi svolge questo lavoro che è chiamato a fare una consegna ogni volta in condizioni ambientali estremamente pericolose.
E tutto questo a causa di un evento cataclismatico che ha alterato in parte la normale realtà. Così, coloro che devono fare una consegna si ritrovano ad essere i punti di contatto fisico tra le persone, in un mondo post-apocalittico. Vale la pena approfondire questo discorso e vedere magari dei filmati di gameplay di Death Stranding, oltre che molte delle sue parti recitate, per riflettere su molti degli argomenti sollevati dal suo autore, Hideo Kojima.
Fare una consegna, provateci voi così
Ma tornando alla realtà nostra, quella vera, c’è chi deve davvero fare una consegna affrontando ogni tipo di rischio e di pericolo. Dal postino che sta che dovrà imbattersi in un cane di guardia particolarmente riottoso ai ragazzi che ci portano a casa le pizze in bici od in monopattino, in una giungla urbana che tutto è fuorché sicura. E che dire poi di coloro che si mettono in sella a dei camion e sfidano le forze della natura e della gravità attraversando strade scoscese e ripidissime, che si affacciano su degli strapiombi da paura?
È proprio ciò che possiamo vedere nel video allegato a questo articolo. Il filmato, che su YouTube ha totalizzato svariate visualizzazioni in meno di un mese, ci mostra un camionista che saluta con allegria in direzione della fotocamera prima di mettersi al volante del suo mezzo pesante. Sul retro sono alloggiati diversi tronchi di grosse dimensioni che vanno portati tutti quanti alla meta.
Guidare ad alta quota e senza spazio, c’è qualcosa di più pericoloso?
Nulla di particolarmente complicato se non fosse che la strada da percorrere è rappresentata da uno stretto sentiero di alta montagna, che dà un fianco su un burrone che, man mano che si sale, si fa sempre più profondo. A giudicare da alcuni indizi che è possibile captare da questa scena possiamo ipotizzare di trovarci in Sud America. Tutto lascia pensare infatti che il filmato amatoriale sia stato girato in una località delle Ande. Forse siamo in Perù, visto il paesaggio ed un chioschetto per pregare con tanto di croce cristiana. Che a quanto pare non è una cosa infrequente in cui imbattersi, a quelle latitudini.
Le Ande sono uno dei posti più impervi al mondo
La famosa Cordigliera delle Ande è la vastissima catena montuosa che attraversa ben sette Stati dell’America meridionale tra Venezuela, Colombia, Ecuador, Perù (dove sorge la incantevole Montagna Arcobaleno, n.d.r.), Bolivia, Cile e Argentina. Con i suoi 7200 km di estensione è in assoluto la più lunga al mondo. Ebbene, il nostro intrepido protagonista si destreggia con disinvoltura alla guida del suo tir, mentre un collega che è alloggiato sul retro del mezzo pesante continua a riprendere tutto quanto.
Il panorama che si vede a quell’altezza lascia a bocca aperta per la sua bellezza ma desta anche spavento per la pericolosità del contesto. Voi mi mettereste mai a guidare in una situazione come questa? Di certo un camion non si guida in questo modo invece. Magari l’idea di guidare un camion elettrico potrebbe risultare comunque allettante.