Diversi casi di febbre del Nilo riscontrati in Italia questa estate: ci sono anche due morti, quali sono i sintomi e come riconoscerli.
Un certo numero di casi riscontrati di febbre del Nilo nel nostro Paese, nel corso di questa estate, hanno creato molte fobie tra le persone rispetto a quella che fino a oggi si riteneva una malattia esclusiva di alcuni Paesi del mondo e che non potesse arrivare anche in Italia. La West Nile Virus, letteralmente virus del Nilo Occidentale e più comunemente detta febbre del Nilo, si diffonde attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare dalle zanzare del genere Culex. In realtà, da anni vi sono casi di questa malattia in Italia, ma negli ultimi tempi se ne parla più spesso perché ve ne è una maggiore diffusione.
I casi di malattie virali contratte in Europa a causa delle punture di zanzara sono in aumento, dai dati risulta essere l’Italia la più colpita, ma è necessario fare chiarezza ed evitare inutili allarmismi. Infatti, da maggio a oggi, secondo i dati ufficiali, ci sono una manciata di casi di West Nile Virus nel nostro Paese, con due vittime accertate. I dati diffusi da ISS a metà luglio parlano del coinvolgimento di cinque Regioni, ovvero Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Sicilia e Sardegna, e un totale di 14 province. Invece, il bollettino della scorsa settimana parla di 25 casi accertati. Di questi quattro sono concentrati in Lombardia, la regione di provenienza delle due vittime del virus.
Quindi, i casi sono abbastanza circoscritti e inoltre le due persone decedute sarebbero ultraottantenni non in buone condizioni fisiche: la prima vittima accertata a fine luglio a Cremona, la seconda a Mantova. Per quanto concerne i sintomi, anche qui bisogna fare chiarezza: in otto casi su dieci, l’infezione si presenta come asintomatica, mentre in un caso su cinque si possono riscontrare appunto alcuni sintomi. Chi presenta sintomi del virus è nella quasi totalità dei casi un soggetto con un sistema immunitario indebolito o compromesso. Tali sintomi possono coinvolgere il sistema nervoso centrale. In rarissimi casi, si arriva alla morte del soggetto interessato dalla malattia.
I sintomi comuni della febbre del Nilo sono molto simili all’influenza: si hanno febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito, diarrea e eruzioni cutanee, e di solito la malattia si esaurisce nel giro di pochissimi giorni. Molto raramente, invece, circa 1 caso su 150 accertati, il virus può provocare una forma più grave della malattia, nota come malattia neuroinvasiva. Tale malattia può provocare encefalite, ma anche meningite, con febbre alta, mal di testa intenso, rigidità del collo, torpore, confusione e altri sintomi che sono noti.
In casi estremi, si può arrivare al coma e quindi alla morte, ma ribadiamo che i casi di questo tipo sono rarissimi e i soggetti a rischio sono coloro che hanno superato i 60 anni di età e hanno un sistema immunitario compromesso. La prevenzione è fondamentale per evitare conseguenze spiacevoli, in quanto a oggi non esiste una cura specifica per l’infezione. Per cui, occorre ridurre l’esposizione alle zanzare, usando repellenti ed evitando che in casa resti acqua stagnante dove le zanzare possono deporre le loro uova.
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