Il tuor estivo del famoso cantante ancora al centro di polemiche riguardo l’impatto ambientale dell’evento. Questa volto sotto accusa la tappa di Fermo
Non è la prima volta che il Jova Beach Party, il tour estivo sulle spiagge italiane del cantante Jovanotti, ha attirato critiche e perplessità riguardo l’impatto ambientale dell’evento. Si tratta infatti di una manifestazione enorme (la prima tappa di quest’anno a Lignano Sabbiadoro ha registrato, ad esempio, 60 mila persone) ospitata nella cornice di alcune spiagge italiane.
Ed è proprio qui che scatta la polemica: le spiagge sono luoghi complicati in cui gestire un evento di questa portata. Questo sia dal punto di vista di gestione dei rifiuti che, sopratutto, di tutela del patrimonio paesaggistico e faunistico della spiaggia. Proprio in vista della tappa di Fermo, nelle Marche, in programma il 5 e il 6 agosto, le polemiche si stanno facendo più accese, vediamo il perché.
Non mancano le polemiche per la scelta di portare (o meglio riportare) sulla spiaggia di Fermo, nella Marche, una delle tappe dell’evento estivo del cantante Jovanotti, il Jova Beach Party. Questo perché lo stesso luogo era già stato teatro del medesimo concerto nel 2019, quando non erano mancate le critiche per la gestione ambientale dell’evento.
Il Jova Beach party si è svolto, infatti, per la prima volta nel 2019 e ha subito due anni di stop causa pandemia. Quest’anno è ripartito e in alcuni casi le spiagge scelte per il tour sono le stesse di tre anni fa. È il caso della spiaggia di Casabianca, a Fermo, area protetta per il fratino, un uccello in via d’estinzione.
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Nel 2019 il litorale marchigiano era stato completamente danneggiato dalle infrastrutture del concerto e dal calpestio di migliaia di persone. Era stata infatti spazzata via la vegetazione dunale, habitat del fratino. A seguito di quanto accaduto e delle polemiche che avevano seguito il concerto, il Comune aveva deciso per di ripristinare l’area danneggiata.
Ciò che molti ambientalisti denunciano, così come la sezione locale del WWF che ha chiuso per protesta, è la decisione di riportare il concerto nello stesso luogo, rischiando di vanificare gli sforzi fatti per ripristinare l’area e mettendo a repentaglio, di nuovo, il fragile ecosistema che si stava riprendendo in questi anni di stop.
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È proprio questo il fatto al centro del dibattito. Si tratta di un’area in cui normalmente non è permesso l’accesso a turisti e residenti per preservare la flora e la fauna locale. Nonostante ciò e nonostante l’esperienza del 2019 il Comune ha accordato i permessi per il maxi evento e le ruspe sono già entrate in azione per spianare le dune habitat del fratino. Non resterà che attendere dunque le già preannunciate conseguenze per l’ambiente.
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