Un team di ricercatori svedesi ha trasformato la fibra di carbonio in un sistema strutturale di accumulo di energia. Così si spera di rivoluzionare i settori dei trasporti e l’eolico.
Utilizzando la fibra di carbonio un gruppo di ricercatori svedesi ha progettato una batteria che funziona 10 volte di più rispetto a quelle fino ad ora in commercio. Si tratta di una piccola grande rivoluzione che permetter di creare sistemi di accumulo senza massa che cambierà il mondo dei veicoli e delle altre applicazioni.
Già ampiamente conosciuta ed utilizzata in settori ad altre prestazioni, come la Formula 1, la fibra di carbonio è apprezzata per la sua leggerezza e soprattutto per la sua resistenza. Ma se fino a questo momento è stata utilizzata per creare rivestimenti leggeri e resistenti agli urti, ora si è arrivati al passo successivo; i ricercatori della Chalmers University of Technology di Goteborg sono riusciti a trasformare questa fibra in un sistema che accumula energia, proprio come le batterie, senza aggiungere peso o ingombro.
Questa nuova tecnologia promette di immettersi sul mercato con una prospettiva di utilizzo che coinvolgerebbe diversi settori; a partire da quello dei trasporti. L’idea è quella di sfruttare le proprietà della fibra di carbonio per immagazzinare energia appunto senza dover aggiungere maggiori componenti. In altre parole, questo vorrebbe dire che la fusoliera di un aereo, per esempio, come la carrozzeria di un’auto diventerebbero in automatico le batterie dei veicoli, eliminando così il peso e l’ingombro delle batterie tradizionali utilizzate fino a questo momento.
Si parla, nei fatti, di una vera e propria rivoluzione perché non si parla soltanto di alleggerire i veicoli, ma anche di aumentarne l’autonomia e ridurne i consumi, senza contare che questa tecnologia applicata alle auto elettriche permetterebbe di eliminare il grande problema del settore e che riguarda proprio lo smaltimento delle batterie.
Ma non solo trasporti, anche il settore eolico avrebbe grandi vantaggi: le pale eoliche realizzate in fibra di carbonio riuscirebbero ad accumulare energia nei momento di picco eliminando il problema delle discontinuità e permettendo un maggiore investimento nelle rinnovabili.
Al momento l’unico vero problema è rappresentato dalla produzione in larga scala. Di fatto, la tecnologia deve uscire dai laboratori e dimostrare di essere anche economicamente vantaggiosa e sostenibile. Il punto è rendere la fibra stessa disponibile a settori di massa e non più soltanto a quelli di alte prestazioni, ma proprio dal Paese scandinavo arrivano le prime imprese pronte ad investire in questa nuova sfida del futuro.
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