Fiumi europei, da cosa è dovuta la grande quantità di glifosfato

Molto spesso si sente parlare dell’inquinamento delle falde acquifere e in effetti i fiumi europei sono pieni di glifosfato: come mai?

Plastica nel fiume
La presenza massiccia di glifosfato nei fiumi europei preoccupa gli esperti: i rischi per la salute dell’uomo e dell’ambiente sono enormi (Ecoo.it)

Avete mai sentito parlare del glifosfato? Si tratta di una sostanza pesticida usata principalmente nelle coltivazioni. Essa è da anni dibattuta in quanto sostanza controversa, potenzialmente dannosa sia per la salute dell’uomo che per quella dell’ambiente. Stando a quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il glifosfato è potenzialmente cancerogeno, ma ciononostante trova ancora ampio utilizzo in ambito agricolo.

L’Unione Europea, ad esempio, ne ha da poco rinnovato l’autorizzazione all’uso per altri 10 anni, bypassando le molte perplessità degli esperti sanitari. Ciò comporta una presenza di glifosfato non solo nei nostri campi coltivati e sui nostri alimenti, ma anche nei fiumi. Oltre all’inquinamento da gas di scarico, di cui sono principalmente responsabili Polonia e Germania, non ci facciamo mancare neanche quello delle acque. I fiumi europei, infatti, contengono alte concentrazioni di glifosfato, che raggiunge il suo picco in estate, per poi diminuire durante i mesi invernali.

Fiumi europei pieni di glifosfato: non è solo colpa dell’agricoltura, le acque reflue giocano un ruolo fondamentale

Pesticida
L’uso di glifosfato nelle coltivazioni agricole e nei detergenti che usiamo nella vita di tutti i giorni comporta un grave inquinamento dei fiumi europei (Ecoo.it)

Ma se la presenza di glifosfato nelle acque dipendesse davvero dall’agricoltura allora bisognerebbe trovarne una più alta concentrazione in primavera e in autunno, cioè durante i picchi di coltivazione. E invece non è così. Stando ad alcune analisi recentemente effettuate dai ricercatori dell’Università di Tubinga, infatti, tale concentrazione sarebbe dovuta principalmente ai detersivi che siamo soliti usare nella vita quotidiana.

In particolare gli additivi presenti nei nostri detergenti (cioè i polifosfonati amminici) si trasformano in glifosato quando vengono mescolati nei fanghi degli impianti di trattamento delle acque reflue. In altre parole “L’analisi dettagliata di milioni di misurazioni ci mostra che le acque reflue urbane svolgono un ruolo nella diffusione di glifosato“, ha dichiarato la professoressa Carolin Huhn.

Perché ancora usiamo il glifosfato se è così dannoso per noi e per l’ambiente?

Tutto ciò rende evidente la necessità di agire alla base, in particolare rispetto all’uso di questo erbicida. Eppure vietarne l’utilizzo potrebbe comportare gravi problemi politici ed economici, ad esempio facendo schizzare alle stesse i prezzi di alcuni prodotti, proprio per via del fatto che la loro coltivazione diventerebbe più complicata.

Nel frattempo bisogna dunque trovare soluzioni contingenti, ad esempio rispetto al trattamento delle acque reflue, al fine di ridurre la presenza di questo pesticida nell’acqua che poi finiamo per bere. La contaminazione da sostante tossiche di cibo e acqua, in effetti. è un problema sempre più diffuso e sempre più impellente, che va affrontato primariamente con un cambio di mentalità e poi con soluzioni pratiche che prescindano dalle scelte politiche ed economiche dei grandi leader.

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