Uno dei principi che negli ultimi mesi hanno guidato il dibattito sul rilancio del turismo è la sostenibilità come chiave per la ripartenza. A sottolinearlo è Flixbus, sulla base dello studio “Il viaggiatore green”, commissionato proprio dal gruppo verde arancio all’istituto di ricerca Squadrati. Risultato? Esiste in Italia una comunità di viaggiatori responsabili disposti ad accogliere la sfida di una rivoluzione ecologica nella mobilità.
Premessa. FlixBus è una startup tedesca che ha rivoluzionato il trasporto passeggeri in autobus sulla lunga distanza. Come tanti player legati al mondo dei viaggi sta soffrendo la crisi sanitaria causata dalla pandemia di Covid-19.
Tuttavia, il patron, Andre Schwämmlein, anche cofondatore nel 2013, prevede una ripresa dell’attività nel secondo semestre un po’ ovunque nei 35 paesi dove la società opera. Nel 2020, anno della pandemia, ha dimezzato il numero dei passeggeri trasportati, scesi a 30 milioni dai 62 milioni del 2019.
Ma non si piange addosso. Nel 2019 ha raccolto all’incirca 500 milioni di euro che conta di utilizzare per installare il servizio in Asia e in America Latina.
Ma siamo sicuri che in Italia la situazione infrastrutturale lo permetta? E gli italiani sono pronti a ripensare la loro idea di viaggio e fare un passo nella direzione di un approccio nuovo, improntato a una maggiore tendenza all’essere ecologici?
E in ogni caso. Al di là del tema delle infrastrutture, le persone sono consapevoli della necessità di ripensare il proprio modo di viaggiare?
È da questa domanda che si muove lo studio “Il viaggiatore green”, commissionato da FlixBus all’istituto di ricerca Squadrati e somministrato a un campione di 850 Italiani dichiaratamente ecologisti, che dimostra l’esistenza, in Italia, di una comunità di viaggiatori responsabili disposti ad accogliere la sfida di una rivoluzione ecologica nella mobilità.
Lo studio indaga i comportamenti degli Italiani attenti all’ambiente con riferimento al viaggio e, in generale, allo stile di vita, per individuare i preconcetti e le criticità che rischiano di ostacolare la piena affermazione di una concezione propriamente green del viaggio.
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Una prima considerazione rilevante. Molti intervistati utilizzano l’auto privata per spostarsi, sia in città che fra una città e l’altra, per l’assenza di alternative. Infatti, l’83% dichiara che rinuncerebbe all’uso del mezzo personale se potesse arrivare a destinazione con mezzi collettivi, e il 53% sarebbe pronto a raggiungere la meta con più mezzi, ma meno inquinanti.
Inoltre, anche chi dichiara di avere a cuore l’ambiente vi presta meno attenzione in vacanza: il 44% degli intervistati indica come prioritari il contenimento dei costi, il 17% la brevità del viaggio e il 12% il numero ridotto di cambi; solo per il 4% il contenimento delle emissioni è cruciale nella pianificazione del soggiorno. L’esigenza di comodità in vacanza si riflette nelle preferenze accordate ai mezzi di trasporto. L’auto è la soluzione preferita per le vacanze in Italia, l’aereo per quelle all’estero.
In sintesi, rimarca Flixbus sulla base dello studio, le carenze infrastrutturali vincolano a scelte di viaggio meno ecologiche anche gli italiani più responsabili, che in vacanza diventano inoltre più esigenti a livello di comodità. Per una ripartenza del turismo che abbracci le esigenze di una svolta green è cruciale che gli attori del settore collaborino per rendere l’infrastruttura sempre più efficiente e attrattiva.
Un altro ostacolo alla ripresa in chiave green del turismo e della mobilità è rappresentato dalla scarsa consapevolezza dell’anima green dell’autobus, un problema che riguarda soprattutto le generazioni più anziane.
Secondo lo studio, l’autobus patisce infatti una maggiore diffidenza sul tema dell’inquinamento rispetto ad altri mezzi come il treno, ritenuto assai più sostenibile: il 65% degli intervistati dichiara che userebbe gli autobus a lunga percorrenza «se non inquinassero», e solo il 9% li userebbeper compiere un viaggio in modo green.
Eppure, l’autobus può sostituire fino a 30 auto su strada, contribuendo significativamente a contenere il livello di CO2, e quindi rappresenta, di per sé, una soluzione green. Il livello di sostenibilità aumenta nel caso di autobus alimentati con fonti di energia alternative, tema caro a FlixBus.
E difatti, l’autobus viene indicato nella ricerca di Squadrati come opzione di viaggio preferita da più di 1 Millennial su 5 (21%) e da quasi 1 su 4 fra gli appartenenti alla Generazione Z (23%), da sempre la fetta predominante del pubblico di FlixBus, complici sì i costi ridotti, ma anche una più spiccata consapevolezza dei benefici derivanti da un approccio intermodale al viaggio.
D’altronde, se i Millennials (24-39 anni) e la Generazione Z (18-23 anni) si dichiarano propensi a utilizzare mezzi collettivi, i Baby Boomers (54-64 anni) accordano una netta preferenza all’auto privata (68%), confermando l’esistenza di un profondo divario generazionale nelle modalità con cui gli Italiani che dichiarano un orientamento green si relazionano alla mobilità.
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