L’osservazione accurata dei fondali del mare ha portato alla scoperta di un comportamento curioso quanto vitale da parte di una grossa specie animale, il fenomeno è sorprendente.
I fondali del mare possono essere uno specchio di quella che è la salute attuale del pianeta. Ed in generale la stessa cosa vale per tutti gli ecosistemi marini presenti sulla Terra. Pensiamo all’importanza della barriera corallina ed a quanto essa sia minata dai comportamenti nocivi dell’uomo ormai da anni ed anni.
Proprio dall’Australia arriva una notizia decisamente curiosa, che riguarda lo spostamento di una ingente massa di sabbia sui fondali del mare. Si parla di un immane blocco dal peso di svariate tonnellate, di migliaia e migliaia. Il tutto sta avvenendo al largo di Brisbane, capitale del lussureggiante stato del Queensland.
Il Queensland possiede una flora ed una fauna sia marine che terrestri uniche. Dagli insetti alle specie di animali più grandi, quel posto è assolutamente unico al mondo. Ed a provocare gli spostamenti di sabbia sui fondali del mare locale sono proprio degli animali ben specifici.
A confermarlo è una ricerca condotta da dei biologi locali. E che ha trovato pubblicazione sulla rivista specializzata di settore “Remote Sensing in Ecology and Conservation”, con il titolo di “Ray bioturbation rates suggest they shape estuary processes”.
Gli smottamenti subacquei sono da attribuire alle razze e ad altri pesci batoidei. Le razze si spostano nuotando con un particolare movimento sinuoso di tutto quanto il loro corpo, con uno spostamento ondulatorio che equivale al nostro lavoro con le braccia quando nuotiamo a nostra volta.
E così facendo, le stesse razze – che vivono proprio sui fondali marini, sui quali si mimetizzano sia per nascondersi dai loro predatori che per sorprendere le loro prede – fanno “alzare” la sabbia. Questo fenomeno è stato registrato dagli esperti mediante apposite strumentazioni sofisticate predisposte per l’osservazione nelle profondità.
Per via di questo aspetto, le razze e le altre specie marine definite batoidee svolgono una azione da “bioturbatori”. Inoltre scavano negli stessi fondali proprio per cercare del cibo, creando delle fosse definite “di alimentazione”. Tale comportamento modifica l’ambiente di riferimento, con delle nuove stratificazioni sedimentarie.
Si tratta di un qualcosa di molto importante per gli ecosistemi, che così facendo finiscono con l’essere rinnovati e rivitalizzati anche per quanto riguarda l’ossigenazione dell’acqua e la presenza di nuovi nutrienti. In media, nell’arco di tempo costituito da una settimana, nel tratto di mare al largo di Brisbane osservato sono state contate un migliaio circa di fosse di alimentazione. Con lo spostamento di ben otto tonnellate di sabbia.
In un anno però tale massa equivale a ben ventimila tonnellate. Se non ci fosse questo lavoro da parte di queste specie marine proposte, le cose sott’acqua sarebbero molto più complicate per tanti pesci, in termini di vivibilità. Ma occhio a non apparire una minaccia per le razze, o si rischia di fare la fine del noto divulgatore e naturalista Steve Irwin, trafitto mortalmente proprio da una razza nel 2006.
Proprio le razze sono tra gli esemplari più a rischio in tutto il mondo, assieme agli squali ed a quella che è una vasta porzione della barriera corallina in Australia.
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