Le foreste delle amate montagne rischiano di mutare collocazione proprio a causa dei cambiamenti climatici che alterano di fatto il nostro Pianeta: scopriamo insieme cosa accadrà nel futuro prossimo
Il riscaldamento globale sta influenzando negativamente l’intero sistema Terra, alterando di fatto molti aspetti e peculiarità della natura. Lo scioglimento dei ghiacci e il conseguente innalzamento del livello del mare sono gli effetti più evidenti della situazione innescata e l’aumento della temperatura media globale preoccupa e fa paura. Ridurre inquinamento e emissioni di CO2 la ricetta, condita da progressivo abbandono dei combustibili fossili per sfruttare invece le fonti rinnovabili sostenibili, come il Sole e il vento. Le tecnologie vanno di pari passo con la svolta green e tutto si veste di verde e di salvaguardia ambientale.
I cambiamenti climatici sono una faccia della stessa medaglia e le condizioni meteo estreme la diretta conseguenza di tale situazione. Il globo si ritrova bersagliato da eventi atmosferici repentini alternati da periodi di caldo anomalo e siccità insostenibili, con evidenti mutazioni in ogni angolo del Pianeta che soffre e vede a rischio la maggior parte degli ecosistemi per non parlare dello stesso sistema Terra. I modelli climatici ci aiutano a capire e a prevedere, ma le proiezioni che stanno emergendo non portano affatto buone notizie.
I cambiamenti in atto sul Pianeta sono in continuo divenire, con alterazioni del ciclo dell’acqua che vedono l’intensificarsi degli sconvolgimenti atmosferici. Gli studi verificano e analizzano la situazione che si è venuta a creare e ci riportano risultati allarmanti. In particolar modo uno studio apparso sulla rivista Frontiers in Forests and Global Change mette la lente di ingrandimento sulle foreste e sul loro destino. Il colpevole individuato è la crisi climatica con l’aumento delle temperature che determinerebbe un significativo prossimo cambiamento epocale delle foreste.
Il mirino è puntato proprio sulle nostre Alpi e sui nostri Appennini dove crescono specie endemiche di piante che stanno andando in sofferenza a causa delle alterazioni delle temperature in aumento vertiginoso anche fuori stagione. Il risultato vede una panoramica delle nostre specie arboree come pino silvestre, faggio europeo, quercia, acero e larice che cresceranno in aree di diversa altitudine rispetto ad oggi. La problematica però viene individuata proprio nelle tempistiche di questi cambi di collocazione.
Ciò che preoccupa quindi è la velocità dei cambiamenti climatici che stanno investendo i territori che sembra disallineata dalla capacità di adattamento delle specie coinvolte. In pratica i tempi non coincidono e il rischio di impatti negativi è molto alto, specialmente nelle zone considerate più fragili. Sugli Appennini gli abeti bianchi sembrano i più vulnerabili, così come il faggio europeo, il nocciolo e la rovere sulle Alpi perdono terreno.
Insomma grandi cambiamenti attendono le nostre aree boschive montane, con un innalzamento dell’areale delle specie verso la sommità delle montagne, a causa delle modifiche che interverranno nelle zone sottostanti, rendendole meno adatte alla loro crescita. Da qui potrebbero insorgere diversi problemi in combinazione, come la mancanza di spazio e i rischi per gli ecosistemi determinati dall’inconsueta avanzata delle specie in “trasloco” forzato. L’allerta presuppone una preparazione adeguata ed una gestione forestale sostenibile che possa prevenire ed andare incontro ai cambiamenti previsti in modo più consapevole.
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