Foreste zombie: si deve intervenire per migliorare ecosistemi e prevenire incendi

Come si dovrà agire per evitare le Foreste Zombie? Lo studio analizza la situazione e propone una soluzione al problema legato ai fattori climatici.

foreste zombie intervento prevenire incendi
Foreste di conifere (Instagram – Ecoo.it)

Avete mai sentito parlare di Foreste Zombie? Questa tipologia di fenomeno ambientale è molto diffusa in Sierra Nevada e le zone ad alto rischio siccità, nonché esposte a climi aridi e secchi. E’ proprio questo il problema che favorisce la formazione di questo tipo di foreste, costituenti per lo più famiglie sempreverdi di conifere, soggette a disboscamenti e frequenti incendi.

Il concetto di Foreste Zombie è stato inoltre analizzato all’interno di laboratori di ambientalisti che ne hanno tratto uno studio approfondito su come migliorare l’ecosistema in alcune zone del territorio americano dove finora non hanno registrato difficoltà sulla crescita di questi individui della flora selvatica. Gli studiosi della Stanford hanno rilevato delle mappe geografiche accorgendosi di come in zone come la bassa Sierra, le foreste di conifere non trovano più “pane per i propri denti”

Cosa sono le Foreste Zombie e a quali rischi sono esposte

Il concetto di Foreste Zombie è da associare a roghi estinti ed incendi boschivi che coinvolgono per lo più la famiglia delle conifere su tutte. Quando si avvicina la stagione estiva come ad esempio accade in Alaska, con il relativo scioglimento dei ghiacciai, in alcune aree vengono registrati enormi incendi legati al problema del riscaldamento globale e alla variazione di almeno 1 grado Celsius della temperatura circostante.

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Incendio boschivo (Instagram – Ecoo.it)

Con l’appicco di roghi latenti, il suolo dove è piantato l’albero diventa sensibile al rilascio di stock di carbonio, la componente chimica in grado di alimentare il processo di riscaldamento, associato all’aumento delle temperature climatiche con l’avvento dell’estate. Gli studi su come prevenire gli incendi boschivi a bassa quota hanno trasportato il problema verso la luce grazie alla creazione di un algoritmo, in grado di rilevare l’estensione degli incendi in alcune zone e proiettarla in altre aree per evitare altre manifestazioni di questo genere

Il tragico dato sulla formazione delle Foreste Zombie nei prossimi 70 anni: ecco qual è la soluzione

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Albero spoglio (Instagram – Ecoo.it)

Lo studio portato avanti da esperti e ambientalisti sulle Foreste Zombie ha rilevato dati piuttosto preoccupanti in seguito alla manifestazione di roghi e incendi latenti nella zona della Sierra Nevada e più precisamente in bassa quota montana. In questi luoghi si è stimato che circa il 20% delle conifere vive in un ambiente climatico che non si adatta più alle sue esigenze, vuoi per il trasferimento delle aree urbanistiche in quei luoghi, vuoi per l’innalzamento del riscaldamento globale, causato per lo più dall’azione dell’uomo e accompagnato con il caldo arido e umido della stagione estiva. A tal proposito nei prossimi 70 anni c’è il fortissimo rischio di avere a che fare con fenomeni sempre più frequenti di Foreste Zombie. Ecco perché il Professore Field, della Stanford Institute ha colto la palla al balzo stimolando i ricercatori a trovare soluzioni idonee a proteggere questi ecosistemi e permettere la crescita sana di questi alberi preservando così un ‘ramo pregiato’ di Madre Natura. L’aumento considerevole della temperatura legato a fattori piuttosto nocivi per il benessere ambientale starebbe permettendo un adattamento del clima per quanto riguarda la famiglia delle conifere a circa 184 metri di altezza supplementare, rispetto alla posizione oramai soggetta a incendi e a disboscamenti, nella quale fino a poco tempo fa queste famiglie sempreverdi si adattavano con le radici nel terreno.

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