Spesso le soluzioni ecologiche, come i pannelli fotovoltaici, sono brutte da vedere nell’architettura degli edifici, ma non sarà cosi con le nuove celle solari trasparenti da integrare a finestre o vetrate, realizzate dai ricercatori dell’UCLA, ovvero l’Università della California di Los Angeles. Un’invenzione smart, visto che i pannelli quasi trasparenti sono capaci di assorbire la luce del sole e generare energia elettrica senza oscurare i vetri. Sebbene attualmente le celle solari siano capaci di produrre solo il 4% dell’energia assorbita, gli scopritori sono certi di raggiungere soluzioni vantaggiose.
Il funzionamento della nuova cella solare è garantito dal materiale di cui è composta, ovvero una cella fotovoltaica polimerica (PSC-Polymer Solar Cell). L’energia elettrica viene prodotta attraverso l’assorbimento delle radiazioni infrarosse e non la luce visibile. Questo fenomeno rende le celle solari PSC quasi trasparenti, al 70 per cento, come lo sono anche i conduttori, costituiti da un mix di nano-fili di argento e biossido di titanio che sostituiscono i tradizionali elettrodi metallici e opachi.
LP
Foto di Liz Rotz
Energie rinnovabili, al via la tracciabilità dei pannelli fotovoltaici
Le energie rinnovabili sono un ottimo sistema per rispettare l’ambiente. Una di queste possibilità è offerta dal fotovoltaico, un metodo che consente di produrre energia a partire dal sole, una fonte inesauribile che può essere davvero un perfetto rimedio alla situazione attuale di incertezza dal punto di vista delle fonti per la produzione di energia. Ma che fine fanno i pannelli fotovoltaici quando non vengono più utilizzati? Diventano a tutti gli effetti dei rifiuti e come tali dovrebbero essere trattati. Per questo motivo esistono delle regole ben precise che riguardano lo smaltimento dei pannelli solari.
A cura di Gianluca Rini
Legambiente attraverso una nota ha ricordato che dal primo giorno del mese di luglio in corso esistono dei criteri ben specifici che riguardano lo smaltimento dei moduli fotovoltaici.
Si parla in particolare del quarto Conto Energia del 2011, che stabilisce che le aziende che vogliono produrre o importare pannelli fotovoltaici accedendo agli ecoincentivi devono anche garantire una gestione corretta dei moduli alla fine della loro vita.
I consorzi inoltre devono garantire la tracciabilità dei pannelli che sono messi in vendita e devono avere a disposizione una rete di raccolta finalizzata proprio al ritiro dei moduli fotovoltaici a fine vita.
Inoltre i consorzi devono essere disposte ad attivare una garanzia della copertura finanziaria e a tenere un vero e proprio registro della quantità di pannelli che vengono sottoposti a riciclo dopo la raccolta.
Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, è soddisfatto di queste scelte: “Per chi ama e rispetta l’ambiente si tratta di una grande conquista, perché per la prima volta la regolamentazione nazionale di accesso alle tariffe incentivanti sul fotovoltaico prevede espressamente garanzie tutelanti”.
Il fotovoltaico supera l’eolico in Italia
A cura di Gianluca Rini
Le energie rinnovabili rappresentano una grande opportunità per rispettare l’ambiente e per favorire la green economy. In particolare il nostro Paese punta sullo sfruttamento di diverse forme di ecoenergia, fra le quali si distinguono l’energia solare e l’energia eolica. Il fotovoltaico è riuscito a superare l’eolico e in Italia è diventato la prima fonte di energia rinnovabile. In concreto il sorpasso si è verificato a partire da febbraio, ma si trattava di una tendenza che già cominciava a delinearsi da maggio 2011.
Nell’ultimo anno il sorpasso del fotovoltaico sull’eolico è maggiormente evidente. Alla crescita della produzione energetica ricavata dall’energia solare si è accompagnato un processo di crescita dell’occupazione, soprattutto per quanto riguarda i lavori di costruzione specializzata.
Con l’occupazione è aumentato anche il numero delle imprese coinvolte. I dati sono piuttosto evidenti. In tre anni infatti si è avuto un incremento del 10,2% in relazione al numero delle aziende attive nel settore delle fonti rinnovabili.
Ecco perché Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato, ha affermato: “Le energie rinnovabili offrono grandi potenzialità di sviluppo alle piccole imprese, sia in termini di innovazione sia per la creazione di posti di lavoro“.
Possiamo dire quindi che siamo sulla strada giusta per portare avanti quei principi dello sviluppo sostenibile e della green economy su cui il mondo contemporaneo deve fare affidamento, se vuole mettere in atto necessarie strategie che hanno come obiettivo principale il raggiungimento della sostenibilità ambientale e della tutela dell’ambiente.
Investimenti e occupazione in crescita
Nel 2008 l’utilizzo dell’energia prodotta da fonti rinnovabili ha registrato un incremento del 16% rispetto ai dati rilevati nel 2007. Questo è quanto emerge da un rapporto stilato dall’organizzazione francese Ren21.
In particolare il settore idroelettrico ha registrato un incremento del 10%, contro il 6% del solare, dell’eolico e del geotermico. Le energie prodotte da fonti rinnovabili hanno avuto un aumento del 6%, praticamente il doppio rispetto allo stesso periodo del 2007. Siamo passati dai 240.00 gigawatt del 2007 ai 280.000 gigawatt del 2008. È evidente che questo risultato deriva dal fatto che numerosi paesi credono sempre di più all’utilizzo delle fonti energetiche alternative ed hanno aumentano gli investimenti nel settore. Tra i paesi emergenti, l’India è diventata il primo produttore al mondo di pannelli solari e si è prefissata l’obiettivo di produrre 14 gigawatt entro il 2012.
Le innovazioni ecocompatibili e l’investimento nel settore delle fonti energetiche alternative ha prodotto inoltre un aumento dell’occupazione che è in continua crescita. Entro il 2020 potrebbero essere creati 250.000 nuovi posti di lavoro con la possibilità di un fatturato di oltre 100 miliardi di Euro. Questo è quanto emerge da uno studio effettuato dall’Università Bocconi, in cui si prospetta per l’Italia uno scenario di crescita economica positiva nei prossimi 12 anni. Se raccoglierà la sfida di ricerca e sviluppo tecnologico che potrebbe nascere dalla cooperazione tra settore pubblico e privato.
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