Fra i fiumi italiani lo studio dell’Adda attraverso l’osservazione della neve, nell’ambito del progetto portato avanti dall’Università di Milano, si configura come un’iniziativa molto interessante, per saperne di più sui fenomeni naturali che interessano il territorio del nostro Paese, visto comunque come parte di un ecosistema generale, che comprende tutto il mondo. In particolare lo studio ha l’obiettivo di quantificare l’acqua che si riversa nel fiume Adda, distinguendo tra l’acqua che deriva dallo scioglimento del ghiaccio da quella che proviene dallo sciogliersi della neve.
Tutto questo è importante anche per stabilire, in termini di impatto ambientale, regole e definizioni per vivere a impatto zero. D’altronde i dati raccolti in merito alla questione permettono di saperne di più sul ciclo dell’acqua e della natura. Nello specifico è emerso che, nel periodo compreso tra aprile e settembre, l’acqua che deriva dalla neve e dal ghiaccio rappresenta il 30% della portata del fiume.
Molto utile, per capire meglio il processo in questione, è lo scavo di una trincea, che consente di rintracciare diversi strati di neve depositatasi di volta in volta, fino ad arrivare ad uno strato di ghiaccio impermeabile, al di sopra del quale si trova una poltiglia di acqua e neve. Informazioni fondamentali per provvedere ad un’adeguata tutela dei fiumi, se è vero che, a causa dell’inquinamento, sono a rischio i fiumi troppo sfruttati.
Allo stesso tempo la situazione implica il tenere in considerazione i mutamenti climatici e il riscaldamento globale per la perdita dei ghiacciai. In sostanza un’opera di monitoraggio ambientale in nome della salvaguardia dell’ambiente.
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