Frammenti di Luna, sapevi che in Italia esiste un luogo in cui poterli ammirare? È davvero unico, e più vicino a noi di quel che avresti mai pensato
Avresti mai creduto di poter vedere da vicino un frammento del satellite terrestre? No, non è necessario che tu aderisca ad una missione di esplorazione dello spazio, né che tu vada tanto lontano per ottenere un simile scopo. Quello che non ti saresti mai aspettato in vita tua, nella fattispecie, è che un frammento della Luna fosse custodito proprio sul suolo italiano.
Cerchiamo di fare chiarezza a proposito della questione, prima di svelarvi dove effettivamente si trovi questo prezioso campione, sigillato in una teca grande all’incirca 7 centimetri. Si tratta, nella fattispecie, di un componente di una collezione ben più estesa – parliamo di 135 frammenti -, interamente tratta dalla celeberrima missione lunare Nasa Apollo 17 (ultima missione con equipaggio umano a bordo).
Il frammento, in modo particolare, deriva da una pietra tratta da rocce ignee effusive (a loro volta derivate da magma basico, dunque di origine vulcanica). A raccoglierla fu l’astronauta statunitense Eugene Cernan nell’area conosciuta col nome di Taurus Littrow Valley. Una volta portata sulla Terra la pietra, da essa sono stati ricavati i 135 frammenti, destinati poi a diverse Nazioni del mondo. Ed uno di questi frammenti, come accennavamo poc’anzi, è custodito proprio in un famosissimo museo italiano.
A Milano puoi ammirare un frammento della Luna: venne recuperato durante la missione dell’Apollo 17
In una fase in cui la corsa allo spazio sembrerebbe aver ripreso vigore – solo qualche settimana fa, la Russia comunicava il fallimento della missione Luna-25, la cui sonda ha finito per schiantarsi sulla superficie lunare -, ti stupirà apprendere che un frammento del celeberrimo satellite terrestre è ben più vicino di quel che immagini. Esso apparteneva, come già accennato, ad una pietra di origine vulcanica che l’astronauta Eugene Cernan recuperò nell’ambito della missione Nasa Apollo 17 (l’ultima con equipaggio umano a bordo).
Dei 135 frammenti ricavati dalla suddetta pietra, uno di questi è custodito proprio in un museo di Milano. Si tratta del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, che venne inaugurato nel lontano 1953. Da qualche tempo a questa parte, la struttura ospita un’esposizione permanente dedicata proprio all’astronomia, con una sezione specifica riguardante il satellite della Terra.
Quanto alla porzione di roccia magmatica prelevata direttamente dalla Taurus Littrow Valley – un’area della Luna studiata proprio per la sua conformazione geologica -, si tratta di un frammento di circa 1 centimetro per lato, protetto da una bolla di vetro di 7 centimetri. Quest’ultima, a sua volta, si trova custodita all’interno di una teca, che ne rende sostanzialmente impossibile il prelievo.
Il frammento in questione, nella fattispecie, venne donato dall’allora Presidente statunitense Richard Nixon al Presidente della Repubblica italiana Giovanni Leone. Correva l’anno 1973, e da allora il campione venne sottoposto ad un’infinità di studi e ricerche, volti a comprendere quale potesse essere stata l’origine della Luna.
Una volta terminate le analisi in materia, il minuscolo e preziosissimo campione venne donato al Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, che lo ha reso la sua punta di diamante. Tutt’oggi, infatti, migliaia di visitatori accorrono presso la struttura proprio per trovarsi a pochi centimetri di distanza dal frammento del satellite terrestre. Un’esperienza, se non altro, che non capita tutti i giorni di poter fare.
Esplorazione della Luna, come mai è ripresa? Il perché della “corsa allo spazio” attualmente in voga
Pur non essendo andata a buon fine, la missione Luna-25 voluta dalla Russia – arrivata a distanza di 47 anni dall’ultima– è la testimonianza di quel fenomeno che, in tempi recenti, sembrerebbe aver ripreso parecchio vigore: la corsa allo spazio. Quanto ai motivi per cui la necessità di conoscere l’Universo sia tornata a farsi prepotentemente sentire, vi avevamo accennato qualche dettaglio in un precedente articolo.
La questione sembrerebbe giocarsi tutta sul fatto che la Luna, esplorata solo in parte, potrebbe rivelarsi un vero e proprio serbatoio da cui trarre risorse utili al Pianeta. In particolare, ad attirare l’attenzione degli esperti sono proprio le possibili riserve di minerali e ghiaccio che, stando agli studi in materia, si troverebbero sul nostro satellite.
Non meno allettante è la possibilità di sfruttare la Luna come “gancio” per arrivare su Marte. Una delle ipotesi al vaglio, a tal proposito, è che il satellite terrestre possa essere impiegato come avamposto per la sperimentazione di nuove tecnologie, che in futuro potrebbero servire proprio a raggiungere il Pianeta Rosso.