Una famiglia distrutta al termine di una folle corsa, il guidatore non riusciva a frenare l’auto: terribile la telefonata arrivata all’emergenza.
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La famiglia di un agente di polizia è stata praticamente distrutta da un incidente che mette i brividi e che a molti è sembrato davvero non avere alcun senso. Nello schianto tragico sono deceduti un padre di famiglia di 45 anni, sua moglie, la loro figlia di 13 anni e suo cognato. La famiglia si trovava su una Toyota Lexus ES350 presa in noleggio da un rivenditore auto. Si tratta di una vicenda straziante e molto discussa che ha aperto – quando è avvenuta – un dibattito vero e proprio sulla sicurezza stradale.
Purtroppo non sono rari questo tipo di guasti…
Mentre in Italia si dibatte di riforma del codice della strada e il ministro Matteo Salvini apre a possibili correzioni al rialzo circa i limiti di velocità in autostrada, questa vicenda mette in evidenza come anche il più “tranquillo” degli automobilisti possa ritrovarsi in un incubo, legato a delle problematiche improvvise che accusa il veicolo sul quale è a bordo. Non ci sono dubbi, infatti, che questa famiglia sia davvero la vittima innocente di un guasto legato all’impianto frenante dell’auto.
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Si tratta di un fatto di cronaca avvenuto ormai nel 2009, ma che all’epoca mise sotto accusa la casa automobilistica che produceva quel modello di auto e che dovette addirittura arrivare a pagare un maxi rimborso a chi da un errore banale ma fatale è stato ampiamente danneggiato. Facciamo un passo in avanti: purtroppo quando si ha a che fare con l’impianto frenante di un mezzo può accadere di tutto e gli ultimi episodi nel nostro Paese lo confermano.
Appena qualche giorno fa, infatti, un camion non è riuscito a frenare sull’Anagnina, all’altezza di Grottaferrata, travolgendo diversi mezzi e provocando molti feriti, alcuni dei quali ricoverati in condizioni serie. Sempre nel mese di giugno, un camionista di 67 anni del bergamasco è morto sulla Statale 36 per la Valsassina, proprio perché gli si sono rotti i freni e il suo camion si è ribaltato. In questo caso di cronaca, sembra tutto davvero assurdo.
Famiglia distrutta perché un papà non riesce a frenare l’auto
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Invece l’estate scorsa, un’auto d’epoca, una Mercury Comet del 1964, era stata la “protagonista” di un incidente assurdo avvenuto a Los Angeles: era infatti rimasta accelerata a 2.200 giri, nonostante gli investimenti per oltre 200mila dollari del suo proprietario per rimetterla in sesto e tenerla bene. Proprio da Los Angeles arriva la storia dell’agente di polizia Mark Saylor e della sua famiglia, che avevano appunto noleggiato la Toyota Lexus ES350 rimasta coi freni bloccati.
Tremenda è la telefonata che arriva al 911, in cui Chris Lastrella, il cognato di Mark Saylor, spiega che cosa sta avvenendo, ovvero che l’auto sulla quale sono a bordo non riesce a frenare la sua corsa, che alla fine si rivelerà mortale, anzi aumenta sempre di più la velocità. Lastrella ha riferito che l’acceleratore era bloccato e i freni non funzionavano, mentre viaggiavano sulla Statale a una velocità incredibile e suo cognato doveva fare l’impossibile per evitare le altre auto.
La parte finale della telefonata è particolarmente tragica, perché l’auto colpisce una Ford Explorer, poi finisce la sua corsa in un fosso, dove prende fuoco. A bloccare l’acceleratore, secondo quanto si apprende sarebbe stato un tappetino e sembra che già due anni prima Toyota avesse accertato un possibile difetto di questi accessori, che bloccavano appunto freno e acceleratore. Secondo le accuse, il rivenditore di auto che ha noleggiato il veicolo ne era consapevole, ma non ha avvertito la famiglia.
L’uomo però ha negato attraverso i suoi legali questa circostanza. Sta di fatto che dopo la strage familiare, a cui sono seguiti altri incidenti, Toyota ha emesso una raffica di richiami per un totale di 10 milioni di veicoli, operazione costata oltre un miliardo di dollari in risarcimenti.