Pesticidi e frutta, purtroppo, sono una combinazione difficile da sciogliere: ma prestare attenzione a quali frutti evitare può essere la scelta giusta.
Non è un segreto che molte aziende agricole si servano di pesticidi nella coltivazione di frutta e verdura. Sebbene in Unione Europea la legislazione sia piuttosto stringente riguardo all’uso di sostanze tossiche nelle coltivazioni, non sempre riusciamo a evitare che tali prodotti finiscano sulle nostre tavole sotto forma di residui su frutta e verdura.
In particolare esiste una classifica stilata dal gruppo di attivisti ambientali dell’Environmental Working Group (EWG) in cui compaiono tutti i frutti più rischiosi dal punto di vista della contaminazione da pesticidi. Il che ci torna sicuramente utile, soprattutto a fronte dello studio di Greenpeace sui lime brasiliani, risultati contaminati da veri e propri cocktail di pesticidi.
In questo caso specifico, infatti, è stato portato alla luce come il divieto di utilizzo di alcuni pesticidi che sussiste nell’Unione Europea diventi di fatto nullo a causa dell’importazione di prodotti provenienti da paesi in cui la normativa al riguardo è, invece, meno stringente e rigida della nostra. Proprio per questo motivo conoscere ciò che finisce sulle nostre tavole è quanto mai essenziale. Prime in classifica dei frutti più contaminati troviamo le fragole, che si sono guadagnate questa posizione anche per il 2023. Sul podio salgono anche spinaci e cavolfiori, a seguire le verze. Quarte in classifica le pesche, poi pere e pesche nettarine.
E ancora: mele, uva, peperoni e peperoncini, ciliegie, mirtilli e fagiolini. In particolare i mirtilli sono una new entry nella classifica di quest’anno, ove sono state riscontrate tracce di phosmet e malathion. Il primo, nonostante sia vietato nell’UE, è stato trovato su oltre il 10% dei campioni analizzati, mentre il secondo è consentito solo nelle serre e si trova su circa il 9% dei campioni. Anche sui fagiolini sono state trovate tracce di questi pesticidi, insieme all’acefato, il cui uso sui fagiolini è stato vietato dall’EPA a partire dal 2011.
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L’EWG ha analizzato quasi 50mila campioni di frutta e verdura provenienti dai mercati statunitensi, trattandoli come si farebbe tra le mura domestiche. Cioè sciacquando i prodotti sotto all’acqua corrente e sbucciandoli prima del consumo. Nonostante ciò oltre il 75% dei vegetali non biologici è risultato positivo alla contaminazione da parte di 251 tipi di pesticidi.
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