Quante volte sentiamo dire che i cibi non sono più quelli di un tempo? Eppure c’è un motivo per cui il sapore cambia: ecco il caso della frutta.
Tra tutti i cibi che riempiono i banchi di vendita ma soprattutto la nostra tavola, la frutta è quella che non può mai mancare. Sia per gli amanti di tutta la frutta che solo per quelli che apprezzano la singola frutta di stagione, questo cibo è reso sempre più invitante anche dal suo commercio.
Che si tratti di un negozio rivenditore, del contadino o della grande distribuzione organizzata, la richiesta della frutta varia sia in base alla sua stagione di appartenenza ma anche in base ai gusti dei consumatori. La frutta esotica, ad esempio, ha un certo fascino ma è anche vero che il sapore non sempre soddisfa l’aspettativa. Vediamo come mai ultimamente questo fenomeno è sempre più reso noto.
In quanto vegetale, la frutta ha un suo ciclo di vita che matura il suo pieno potenziale in determinati periodi dell’anno. Per questo motivo si parla di frutta di stagione, in cui le sostanze e le proprietà nutritive garantiscono la massima qualità dell’alimento. Va da sé, dunque, che uno dei motivi per cui la frutta potrebbe risultare insapore è perché non è la sua stagione.
Come tutti i cibi, anche la frutta è chimica. Le molecole e le sostanze che la compongono vengono influenzate da fattori sia biologici che ambientali, i quali determinano sia il loro consumo che il loro gusto. Ci sono determinati tipi di frutta che possiamo trovare tutto l’anno, ma quando sono nel pieno della loro stagione si riconosce la differenza.
Il fattore determinante, però, che incide sulla variazione di sapore della frutta è la sua conservazione. In base alla sua stagione, ma anche alle sue caratteristiche, ogni frutta deve essere trattata e conservata in maniera specifica per fare in modo che le sue proprietà rimangano inalterate e assaporare la sua piena gustosità.
Se possiamo intervenire in maniera decisiva sulla conservazione della frutta una volta che è a casa nostra, è anche vero che il processo di trattamento e lavorazione del frutto avviene nei mercati di vendita. Lo step precedente, dunque, è affidato al produttore o al rivenditore che tende a voler far durare il prodotto più a lungo possibile servendosi di celle frigorifero.
Più aumenta la richiesta della frutta, più è probabile che per riuscire a garantirne la vendita la sua conservazione in frigorifero provochi dei danni al frutto. Ciò avviene soprattutto nei grandi supermercati, in cui la lavorazione della frutta nel reparto frigo può causare alterazioni e impedimenti al suo naturale sviluppo intervenendo prima della sua completa maturazione. Per questo, le proprietà che siano zuccheri, tessuti o altre sostanze nutritive possono subire delle modifiche non garantendo la sua integrità e il suo sapore originario.
Lo stesso principio vale anche per la conservazione nel frigorifero domestico, una volta acquistata la frutta. Il passaggio dalle celle frigorifero del rivenditore al nostro frigorifero può infatti recare ulteriori danneggiamenti, soprattutto per quanto riguarda i tessuti del frutto. In questo caso è bene essere informati sulla composizione del frutto per sapere se la sua conservazione nel frigorifero è l’opzione più adatta, come ad esempio nel caso dell’anguria che è composta per il 90 % di acqua, o se è meglio lasciare che il frutto compia la sua maturazione a temperatura ambiente fuori dal frigorifero, come nel caso delle banane.
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