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Frutti di bosco congelati ed epatite A: 1.500 casi in Europa

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Frutti di bosco  congelati
I frutti di bosco congelati e l’epatite A continuano a rappresentare un pericolo. A fornire gli ultimi dati sulla questione è stata l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare. In Europa si sono avuti quasi 1.500 casi e in testa resta l’Italia, con il 90% delle segnalazioni. Tutto è cominciato in Germania. Proprio qui nel maggio 2013 sono stati registrati dei casi di infezione, che hanno coinvolto delle persone che erano state in delle stazioni sciistiche del Nord Italia.

La maggior parte delle “vittime” ha riferito di aver mangiato frutti di bosco surgelati. Sono scattati immediatamente i controlli sanitari in diversi Paesi. La Francia, la Svezia e il Regno Unito si sono dati da fare, per riuscire a tenere sotto controllo la situazione. Dai dati diffusi non ci sarebbe stato nessun decesso, tuttavia ci possono essere state delle difficoltà che riguardano i sistemi di sorveglianza sull’epatite A. Il rapporto dell’EFSA dice chiaramente che l’esposizione alle bacche può essere anche sottostimata, anche perché spesso questi frutti vengono utilizzati soltanto come ingrediente di decorazione. Le analisi di laboratorio hanno identificato 16 lotti congelati contaminati. In particolare, tra le partite di frutti oggetto di attenzione, ve ne sono state alcune che contenevano more e ribes rosso. I Paesi più sospettati per aver messo in commercio questa frutta sono stati inizialmente la Bulgaria e la Polonia, ma il rapporto dell’EFSA non conferma questa situazione. Tra l’altro non ci sono informazioni abbastanza chiare, che si riferiscono ai processi di produzione dei frutti di bosco, per spiegare cosa ci sia stato all’origine dell’epidemia.
Ancora sconosciuta l’origine dell’epatite A
L’epidemia è iniziata più di un anno e mezzo fa, ma è bene ricordare che fino ad oggi non se ne conosce l’origine del virus, né in quale filiera alimentare, né da quale Paese ha preso il via, contagiando mezza Europa. Il sistema di tracciabilità europeo ha dimostrato tutta la sua debolezza e criticità. Dopo circa un anno e mezzo di analisi e ricerche, non si è ancora giunti ad un risultato sia in merito alla comprensione di quale ingrediente ha dato il via all’epidemia sia in merito al paese origine, vista la filiera estremamente complessa.
Gli errori della sanità italiana

Il problema dell’epatite A, causata da frutti di bosco surgelati, è stato gestito in modo superficiale, senza avvisare in modo adeguato e chiaro i cittadini e, quando è stato fatto, era in ritardo di circa sei mesi di ritardo dall’inizio dell’allarme, senza neanche precisare che il problema potrebbe riguardare i dolci consumati fuori casa, magari serviti in mense e ristoranti. Per rendersi conto della gravità della situazione, basta dire che l’EFSA ha dedicato, negli ultimi mesi, tre dossier alla vicenda, mentre il ministro Beatrice Lorenzin ha diffuso tre comunicati stampa e un avviso ai consumatori, circa 10 mesi dopo, in una crisi che ha colpito oltre mille cittadini! Sebbene l’epidemia sia in fase discendente, la situazione rimane fuori controllo pertanto valgono ancora le raccomandazioni diffuse dal Ministero della salute, circa il consumo dei frutti di bosco previo cottura.
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Antonella Navilio

Antonella Navilio è stata collaboratrice di Ecoo dal 2014 al 2015, occupandosi principalmente di creazioni fai da te, rimedi naturali e benessere.

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