Fumo, gli effetti nocivi sul patrimonio genetico si manifestano anche decenni dopo aver smesso. Quali sono i rischi.
Il fumo è un vizio che coinvolge decine di milioni di persone in tutto il mondo, nonostante siano noti i danni che causa alla salute del fumatore quanto delle persone intorno. Le campagne di prevenzione stanno comunque avendo successo soprattutto nei paesi occidentali e in Asia orientale dove, il numero dei fumatori diminuisce.
Infatti le politiche di limitazione degli spazi concessi ai fumatori stanno dando buoni risultati. Nel resto del mondo tuttavia il fumo delle sigarette continua a essere presente un po’ ovunque e i numeri dei nuovi fumatori non sono incoraggianti. A dissuadere dal fumare dovrebbero essere le notizie provenienti dalla ricerca medica che aggiungono ogni giorno dettagli sugli effetti delle sigarette sulle salute. Questi le ultime scoperte dei ricercatori.
Che le sigarette facciano male, anche quelle elettroniche, è ormai assodato dalla scienza medica e che i loro effetti siano prolungati nel tempo è altrettanto certo. Quello che emerge con le ultime ricerche è la persistenza dei danni dopo moltissimo tempo, si parla addirittura di tre decenni dall’ultima sigaretta. Non solo sono sempre più le prove che il fumo delle sigarette abbia conseguenze nocive anche sui geni del fumatore, contribuendo all’insorgere di numerose malattie.
Queste sono le conclusioni riportate da uno studio pubblicato sul Journal of Cardiovascular Genetics e presentato alla conferenza internazionale di Medicina Ambientale realizzata dalla Società Italiana di Medicina Ambientale all’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Secondo gli studiosi le condizioni dei marcatori epigenetici, cioè delle alterazioni degli interruttori dei geni dei fumatori, non ritornano più alla sitazione precedente, nemmeno dopo decenni l’interruzione del fumo.
Questo facilità la comparsa di malattie cardiovascolari gravi negli ex-fumatori, di ictus e di infarti. Inoltre a lasciare un’impronta sul patrimonio genetico sono gli inquinanti ambientali, con effetti sulla salute già sul feto a partire dai primi tempi della gravidanza. Le ricerche sembrano evidenziare delle diverse alterazioni genetiche a seconda delle tipologia di inquinanti (emissioni da traffico, di tipo industriale a così via).
Queste alterazioni determinano obesità e calo della fertilità, come si nota a livello mondiale e sono il risultato della combinazione di elementi inquinanti (come i metalli pesanti, le microplastiche, il bisfenolo e così via) con il patrimonio genetico umano. Si conferma infatti proprio il ruolo di alcuni elementi fortemente inquinanti come il piombo, il mercurio o il cadmio, dei pesticidi, delle polveri sottili emesse da impianti di combustione, industria, traffico urbano.
L’esposizione a questi elementi è ormai chiaramente associata all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari, a quelle neuro-degenerative, all’incremento dell’asma e del diabete, anche nei bambini, come si registra purtroppo in tutto il mondo.
Produzione della birra, come funziona e come mai gli scarti non vanno gettati via, scopri…
Sorge nella Capitale di uno dei Paesi più ipnotici al mondo il primo grattacielo completamente…
Prezzo gasolio, le possibilità di variazioni in vista della stagione invernale. La speranza di spendere…