Si apre oggi sabato 30 ottobre il G20 di Roma, appuntamento importante anche in vista della Cop26 di Glasgow dei prossimi giorni. Uno dei temi della conferenza sul clima sarà quello dei “finanziamenti climatici”, il fondo di 100 miliardi di dollari l’anno da destinare ai Paesi più poveri, che doveva arrivare dall’impegno ratificato a Copenaghen nel 2009 dalle principali economie mondiali.
L’impegno non è stato ancora mantenuto, provocando un senso di sfiducia tra i Paesi più poveri e gli Stati membri del G20 dovranno arrivare a Glasgow con un’offerta concreta da presentare.
La Cop26 dovrà affrontare questo tema e sarà necessaria una soluzione in grado di garantire agli Stati più poveri la possibilità di riconvertire i sistemi produttivi ed energetici in chiave ecologica. Tra i membri del G20 un accordo è stato trovato, ma al momento mancano almeno 20 miliardi. Nonostante questo, dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, della presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e del presidente russo Vladimir Putin sembra essere partito un gioco a rialzo.
La presidente della Commissione Europea ha sottolineato come siano necessari impegni concreti per combattere il cambiamento climatico e favorire l’adattamento climatico nei Paesi più poveri e “il G20 deve riuscire a consegnare ai Paesi più vulnerabili 100 miliardi di dollari l’anno per la “finanza climatica” a partire già dall’anno prossimo e non dal 2023”.
L’Unione Europea e gli Stati membri sono già i maggiori contribuenti alla finanza climatica con oltre 25 miliardi di dollari l’anno, ma l’obiettivo di Ursula von der Leyen è aumentare questa quota. “Ho promesso un’aggiunta di 5 miliardi fino al 2027 e mi aspetto che anche altri aumentino le loro ambizioni”, ha dichiarato. L’idea, appoggiata dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dal ministro federale delle Finanze Olaf Scholz, è quella di dare un segnale forte nella lotta ai cambiamenti climatici prima del vertice mondiale sul clima, la COP26.
“L’Europa è sulla strada per diventare il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050. Abbiamo già ridotto le nostre emissioni di oltre il 31% rispetto al 1990, con una crescita economica del 60%”, ha dichiarato la presidente della Commissione manifestando ottimismo.
Secondo John Kerry, l’inviato per il clima di Biden, la Cop26 può rappresentare una tappa fondamentale per l’ambiente e la vita su questo pianeta ma ha sottolineato come la necessità sarà quella di agire subito.
Per far fronte all’emergenza climatica, gli Stati Uniti hanno annunciato un investimento per il clima che arriverà a toccare l’esorbitante quota di 555 miliardi di dollari nell’accordo quadro del piano “Build Back Better” che prevede una spesa di 1750 miliardi di dollari per il rilancio del Paese. “È il più grande investimento singolo nella storia della nostra economia energetica pulita”, ha dichiarato il presidente statunitense. “L’obiettivo sarà quello di tagliare la riduzione dei gas serra entro il 2030 di oltre un gigatone, o miliardo di tonnellate metriche, almeno 10 volte più grande di qualsiasi legge abbia mai passato il Congresso”, ha aggiunto Joe Biden.
In vista della Cop26, dopo una lunga attesa, anche la Cina ha presentato un piano per la riduzione delle emissioni di gas serra. Secondo il piano presentato all’Onu, “le emissioni raggiungerebbero il picco entro il 2030 e si ridurrebbero allo zero netto tre decenni dopo”. La Cina raggiungerebbe così l’obiettivo dell’azzeramento delle emissioni solo nel 2060, in netto ritardo rispetto agli accordi volti a garantire l’impegno di mantenere il riscaldamento globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali, obiettivo chiave dei colloqui che si terranno a Glasgow.
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Quanto alla Russia, solo di recente il presidente Putin ha fissato l’impegno a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2060, senza parlare di obiettivi per il suo Paese e ha riunito il Consiglio di sicurezza nazionale per trattare i temi che saranno in agenda durante la Cop26. Nonostante questo però, ha espresso la disponibilità a cooperare con altri Paesi sul fronte della sicurezza energetica e della lotta ai cambiamenti climatici e per superare gli squilibri dell’economia globale.
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