Le isole Galapagos sono considerate un patrimonio mondiale dell’Unesco, ma a causa di un errore umano del gasolio è finito in mare provocando ingenti danni.
Cosa ha reso le isole Galapagos alcune tra le più celebri di tutto il mondo? Per rispondere bisogna partire dall’800, cioè da quando Darwin visitò l’arcipelago ecuadoriano per i suoi studi sull’evoluzionismo. Alle Galapagos, infatti, si può ancora oggi osservare una natura incontaminata, con una barriera corallina del tutto intatta, che ha reso il posto patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco a partire dal 1978.
Alle Galapagos, ad esempio, vive la tartaruga gigante delle Galapagos, uno degli animali più longevi sulla Terra che può arrivare fino a quasi 200 anni di età. Ma le specie protette che abitano l’arcipelago sono innumerevoli, tanto che con l’accordo Debt for Nature si è deciso di convertire il debito pubblico dell’Ecuador in fondi da destinare alla protezione degli habitat naturali.
Gasolio in mare: l’incidente mette a rischio l’ecosistema incontaminato delle Galapagos
Nonostante i molti sforzi delle autorità nazionali e internazionali per preservare l’ambiente, però, a volte un errore umano può provocare ingenti danni agli ecosistemi. È questo il caso di un recente incidente avvenuto in un deposito di carburante situato tra Punta Carrión e il Canale di Itabaca: lì, durante un’operazione di rifornimento di uno yacht, una ingente quantità di gasolio è finita in mare.
Immediatamente le autorità sono intervenute per minimizzare i danni che il gasolio potrebbe provocare alle specie animali e vegetali della zona. Una recinzione posta in acqua è pensata per evitare il diffondersi del carburante, mentre con l’utilizzo di massive quantità di solventi ecologici si vuole dissolvere il gasolio riversatosi in mare.
Petrolio in mare: le conseguenze
L’impatto di un tale incidente è a dir poco ingente: innanzitutto la presenza di carburante in mare espone l’ambiente a rischio di esplosioni, in secondo luogo le specie animali e vegetali che ci finiscono in contatto possono risentirne fino a morire. Oltre a ciò le attività di pesca e le coste contaminate finiscono anch’esse per subire danni. Uno degli ultimi casi di disastro ambientale provocato dal riversarsi di petrolio in mare è quello accaduto nelle Filippine, dove una petroliera è affondata contaminando un’area di oltre 24mila chilometri quadrati di mare e coste.