Le isole Galapagos regalano un’importante scoperta che ha dell’incredibile e stupisce il mondo: scopriamo insieme di cosa si tratta
Le isole Galapagos sono una meraviglia delle natura, situate nell‘Oceano Pacifico a circa 970 chilometri dalla costa del Sudamerica. Si trovano proprio sulla linea dell’equatore e sono un arcipelago costituito da molte isole dello Stato dell’Ecuador, con un’estensione totale di circa 7.700 chilometri quadrati. Dichiarate Parco Nazionale e Riserva marina nel 1959 rappresentano un unicum. A cominciare dalla loro particolarissima posizione oceanografica che le vede al centro di tre importanti correnti marine: a quella di Humboldt, di Panama e periodicamente a quella de El Nino.
Il fatto che si trovino proprio al centro della convergenza di correnti oceaniche provenienti da zone molto lontane e diverse fra loro, fa si che al loro interno si ritrovino moltissime specie marine. Il risultato è la presenza di un ecosistema complesso e variegato tra i più ricchi al mondo. Inoltre la distanza dalla costa e il conseguente isolamento lo ha reso particolare e fuori dal comune. Una diversità specifica abbinata a condizioni ambientali uniche, hanno provocato meccanismi evolutivi particolari sia nella fauna che nella flora locali.
La prova di questa unicità è data anche dall’ultima scoperta che si è verificata proprio all’interno delle acque dell’Arcipelago delle Galapagos, grazie al lavoro di un team di ricercatori. Durante una spedizione scientifica di ricerca, che si è svolta all’interno della Riserva Marina, è venuta alla luce una barriera corallina totalmente incontaminata e intatta, assolutamente sconosciuta, a circa 400 metri di profondità. Unica nel suo genere la barriera corallina delle Galapagos risulta essere antica e perfettamente conservata, con i coralli vivi e vegeti e una sorprendente vita marina che la circonda.
Posta sopra la cresta di un vulcano sommerso non mappato, la barriera millenaria è lunga circa 2 chilometri ed è ricca di abbondante biodiversità marina. La raccolta di campioni ha permesso di stabilire con chiarezza l’enorme patrimonio racchiuso tra questi coralli, fornendo anche una serie di dati e informazioni relative agli ambienti oceanici del passato, utili alla comprensione dei cambiamenti climatici moderni. La probabilità è anche quella di ritrovare altre strutture coralline sommerse ignote ancora tutte da scoprire.
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Anche in questo caso la scoperta scientifica è stata resa possibile grazie all’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia come il veicolo sottomarino Alvin, in grado di raggiungere anche i 3000 metri di profondità. A supporto la nave Atlantis che ha accompagnato il team di 21 scienziati durante la spedizione scientifica denominata Galapagos Deep 2023, iniziata il 27 marzo e che terminerà in questi ultimi giorni di aprile. L’esplorazione degli abissi marini sconosciuti continua per migliorare la comprensione dell’affascinante vita sottomarina.
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