Punire un gatto potrebbe rivelarsi la mossa più inutile per far capire cosa ha sbagliato. Il consiglio è di usare queste valide alternative
Se il gatto di casa si comporta male o attiva dei comportamenti indesiderati, punirlo può rivelarsi controproducente. Far capire ad un gatto che ha sbagliato non è un’operazione semplice. Bisogna proporgli delle valide alternative al comportamento erroneo per evitare che ricada nello stesso errore.
La tentazione di sgridare l’animale domestico è normale. Con i gatti, però, a differenza dei cani che ricevono meglio questo tipo di informazioni, può rivelarsi inutile e stancante. Ma come fare ad educare un fatto? Queste mosse possono aiutarci nella gestione educativa del felino.
Il gatto domestico ha bisogno, innanzitutto, di fidarsi del padrone. Educare un gatto però non è un’operazione semplice. La “tecnica dello spruzzino”, consigliata anche oggi da alcuni veterinari può rivelarsi ben presto inutile e rischierà di rompere quel patto di fiducia tra animale e uomo. E’ uno dei metodi punitivi in cui si cerca di addomesticare l’animale, con la convinzione che il gatto capisca.
Leggi anche: Se fai poco questa cosa col tuo cane devi iniziare subito
A differenza dei cani, i gatti non riconoscono l’autorità del padrone e non hanno le stesse tecniche di apprendimento. Il gatto è un animale estremamente sensibile che riesce a maldigerire le restrizioni a cui lo sottoponiamo. Provvedendo ad alcune forme punitive, come tirarlo per la collottola, continueremo a minare la fiducia tra noi e il micio senza avere nessun effetto producente.
Leggi anche: Lavastoviglie, così il consumo si abbassa del 45%
Un gatto stressato e punito per ogni comportamento indesiderato potrà aumentare la sua richiesta di attenzione, diventando problematico ed aggressivo. Per una perfetta convivenza è bene proporgli delle alternative che siano valide per il felino. La soluzione è fornirgli strumenti utili al suo svago come tiragraffi e sessioni di gioco verticali, posizionabili su mobili, pareti o laterali del divano. In questo modo, si creerà un diversivo per l’animale che non sentirà più la pressione delle punizioni umane.
Dei nuovi legami tra la "carne finta" e gli stati di depressione sono emersi a…
Quante volte abbiamo mangiato i datteri a Natale? Dopo un pranzo abbondante, spesso accompagnano dolci,…
Indossi il cappello con il pon pon? In pochi sanno che potrebbe essere legato a…