A partire dalla seconda metà del XX secolo, la popolazione di zecche è notevolmente aumentata. Il dato, di per sé poco rassicurante, assume contorni ancor più preoccupanti se proiettato sull’ambito sanitario: la puntura di questi parassiti artropodi espone infatti al rischio di contrarre malattie infettive. Sono stati addotti diversi motivi per spiegare le ragioni di questa situazione. Il genere umano, non è esente da colpe.
Le sue attività hanno determinato alterazioni dell’ecosistema tali da incidere su questo trend in crescita. Le specie di zecche che infestano i “felini più amati dall’uomo” sono sostanzialmente due: la Rhipicephalus sanguineus comunemente denominata “zecca bruna del cane” (non inganni la denominazione) e l’Ixodes ricinus, “la zecca dei boschi”. Il proprietario di un gatto come può capire se il suo amico ha le zecche?
Non è sempre facile individuare la loro presenza: sono molto piccole e quasi invisibili a occhio nudo; ciò si somma alla loro innata abilità di annidarsi (e quindi mimetizzarsi) in zone ricche di peluria. Inoltre, non provocano immediatamente prurito: durante la puntura secernono una saliva anestetica il cui effetto permane finché non abbandonano quella determinata porzione di epidermide. I padroni dei gatti non hanno però le armi spuntate: vi è una pratica che consentirà di individuare questi spiacevoli ospiti.
Di solito è durante le carezze, la spazzolatura o il bagno che si ha la possibilità di individuare le zecche. Un modo semplice per rilevarne la presenza è separare i peli del gatto e far scorrere le dita attraverso la pelle: si percepirà al tatto una sorta di nodulo, di verruca.
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Le zone da controllare con maggiore scrupolosità sono: la testa, l’area intorno agli occhi e alle orecchie, nonché la parte inguinale, il collo, le zampe (in particolare la porzione interdigitale) e le ascelle anteriori.
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Ai padroni dei gatti si suggerisce inoltre di prestare attenzione ad atteggiamenti inusuali che comunicano disagio (depressione e maggior pigrizia, con tendenza a limitare al massimo le scorribande quotidiane). É infine importante non sottovalutare le mucose pallide e la perdita di appetito. Arrossamenti o infiammazioni in una precisa porzione di pelle, indicano la recente presenza di una zecca.
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