Geolocalizzavano cani randagi e li uccidevano: chiusa piattaforma online

La piattaforma online è stata chiusa in quanto veniva utilizzata in modo inappropriato. Geolocalizzavano e uccidevano le vittime

Applicazione chiusa per salvare i cani
App Havrita (Da Facebook Alev Demirkan)

La convivenza non è mai facile, che sia tra esseri umani che tra questi e gli animali. E’ complessa e spesso non si trova un punto d’incontro. Importante però è non dimenticarsi mai di non superare una linea sottile invisibile, che trasforma le persone da spaventate e senza una soluzione ad assassini privi di scrupoli, che non riflettono abbastanza prima di agire.

In qualsiasi situazione è sempre bene ascoltare entrambe le parti, perché può capitare che la ragione si trovi proprio nel mezzo. Ma quando si esagera e si compiono le stesse barbarie che si imputano al “nemico” si è così certi di continuare ad essere dalla parte della ragione? Perché l’altro è condannabile delle stesse azioni delle quali poi ci si macchia in prima persona? E’ ovvio che ogni situazione è a sé e indubbio anche che c’è sempre una soluzione che si spera possa evitare l’uso della violenza. Purtroppo azioni orribili sono state messe in atto utilizzando una piattaforma online che geolocalizzava le vittime.

Turchia, chiusa la piattaforma online che geolocalizzava i cani randagi

Cane che corre nel bosco
Cane che corre (Foto Pixabay)

E’ stata chiusa in Turchia la piattaforma online, che non aveva ancora un’applicazione dedicata, Havrita sul quale sito si può leggere “Breve pausa, torneremo! Continueremo a far sentire la voce delle vittime #HavritaSalva la vita“. La piattaforma permetteva a chiunque volesse di poter condividere posizione, foto e dettagli dei cani randagi che venivano trovati in strada. Per chi pensa che fosse una buona idea per poterli aiutare, purtroppo la realtà sarà una brutta sorpresa.

Infatti le autorità hanno riportato come si sia verificato un aumento nei delitti dei cani dopo l’attivazione della piattaforma, vittime che erano presenti sulla pagina online e che quindi erano stati geolocalizzati. Gli animalisti e non solo, indignati per quello che stava  accadendo hanno “fatto rumore” riuscendo a portare alla chiusura della piattaforma. La situazione vede schierarsi due “fazioni”, l’avvocato dei fondatori della piattaforma e l’avvocato della Commissione per i diritti degli animali dell’associazione degli avvocati di Istanbul.

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Il primo dichiara che lo scopo della piattaforma non è mai stato quello di danneggiare i cani ma per proteggere le persone da eventuali danni, come attacchi, che i cani possono causare. Afferma che la pausa sia dovuta anche al non voler incoraggiare i malintenzionati ad usare la propria piattaforma per poter commettere orribili atti e la speranza è che i colpevoli vengano catturati. Spiega anche come siano stati vittime di un linciaggio mediatico a seguito di alcune foto di animali uccisi che non sono però riconducibili direttamente alla piattaforma.

L’avvocato a capo della Commissione per i Diritti degli Animali, non è propriamente d’accordo con il primo. Nell’intervista rilasciata all’agenzia di stampa Demirören (DHA), porta a favore delle sue parole l’avvelenamento avvenuto del distretto di Muratpaşa di 10 cani non appena la loro posizione fosse stata resa nota sul sito. Afferma inoltre che “Havrita è stato creato da persone che non vogliono cani per strada ma che anzi desiderano che vengano radunati e uccisi” aggiungendo che “ci sono state morti violente di cani in luoghi contrassegnati sulla mappa. La gente ci chiama e ci racconta di quegli omicidi“.

La preoccupazione tra le più grandi è che il potere social della piattaforma ha fatto si di dividere la popolazione in chi ama gli animali e chi non li tollera. “Questa piattaforma è creata per provocare l’opinione pubblica ed è contro la legge e contro i diritti degli animali” aggiunge l’avvocato “gli animali non possono difendersi e solo gli esseri umani possono proteggerli. Continueremo la nostra lotta per una chiusura definitiva e agiremo se la rilanceranno con un altro nome“.

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Fino a qualche tempo fa la convivenza tra persone e cani randagi era pacifica, venendo citata la Turchia come un buon esempio più volte, poi le cose sono cambiate e alcune recenti decisioni prese da Erdoğan, hanno messo ben in chiaro che probabilmente nulla tornerà ad essere come prima. Purtroppo è vero che ci sono stati alcuni attacchi da parte di cani randagi verso delle persone, così viene riportato dai media, ma sono eventi rari e di certo la soluzione non è sterminarli tutti. Anche perché, non si pensa che in questo modo non si risolverebbe il problema, in quanto altri cani dalle città vicine, trovando il posto libero si insedierebbero diventandone i sostituti.

La maggior parte della popolazione non è contro i cani randagi, anzi ammette anche di non esserne intimorita o spaventata. E secondo il sondaggio fatto dal Ministero dell’Interno turco, il 45,1% ha risposto alla domanda se si preferirebbe che i cani venissero portati via o lasciati liberi, con la seconda opzione. Una situazione delicata che si spera possa trovare una soluzione più pacifica invece che lo sterminio inutile di indifesi animali che si ritrovano soli in strada solo perché non hanno una casa dove andare.

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