Tutto ciò fa comprendere come si sceglie di puntare poco sul riciclo dei rifiuti. Infatti la ricerca ha sottolineato che soltanto l’11% dei rifiuti viene utilizzato per il recupero energetico, mentre soltanto il 19% è sottoposto ad un processo di riciclaggio o viene trattato a livello meccanico e biologico, andando per esempio ad implementare la pratica del compostaggio.
Il nostro Paese non è affatto da meno. In Italia infatti le discariche rappresentano ancora la modalità principale utilizzata per lo smaltimento dei rifiuti. L’apice si raggiunge in alcune regioni, come la Sicilia, il Molise e la Basilicata, dove i rifiuti che finiscono nelle discariche costituiscono l’80% del totale.
Proprio per sensibilizzare sul problema, l’Iswa ha elaborato il cosiddetto progetto Atlas. Si tratta di un’applicazione interattiva, grazie alla quale si possono visualizzare su una mappa i rifiuti nel mondo e gli impianti di smaltimento. Sarebbe molto importante poter ampliare le possibilità legate al riciclo, in modo da mostrare un maggiore rispetto nei confronti dell’ambiente.
GR
Sono 102 le discariche italiane non a norma
Che il nostro rapporto con Bruxelles non fosse dei migliori non era difficile capirlo, e non solo per la crisi economica. La gestione rifiuti, con l’emergenza Campania, aveva già avuto alcuni momenti di tensione. Ora la Commissione Europea sentenzia che ben 102 discariche italiane non risultano a norma secondo quanto previsto dalle leggi in materia di gestione dei rifiuti e smaltimento dei rifiuti stessi.
Sono ben 14 le Regioni dove tali discariche (di cui 3 gestiscono anche rifiuti speciali) avrebbero dovuto essere chiuse entro il 2009, e invece sono ancora attive e funzionanti. Si tratta di aree presenti nei seguenti territori: Abruzzo, Calabria, Lombardia, Umbria, Basilicata, Emilia Romagna, Puglia, Molise, Liguria, Marche, Sardegna, Campania, Piemonte e Friuli Venezia Giulia.
La comunicazione è arrivata dalla Commissione Europea per rimarcare la mancanza dell’Italia circa il rispetto e l’applicazione di una direttiva europea del 1990 sulle discariche dei rifiuti. Anche Corrado Clini, il nostro Ministro dell’Ambiente, ha sottolineato come ci siano troppi centri di raccolta rifiuti in Italia, a volte non bene organizzati: per contrastare questo fenomeno ed evitarci una pesante multa è il caso di potenziare un consumo critico delle risorse, la raccolta differenziata e l’utilizzo della spazzatura per lo sviluppo di energie rinnovabili atte a soddisfare il fabbisogno energetico di una parte della popolazione. In un sol colpo, così, si potrebbe ridurre il costo dello smaltimento dei rifiuti ma anche quello dell’approvigionamento di energia da altri paesi produttori. Nel frattempo, però, la questione resta aperta. E la multa, pendente sulla nostra testa.
photo: guarrancino.69
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