I ghepardi appartengono alla stessa famiglia in cui rientrano gli altri grandi felini ma a differenza per esempio di tigri e leoni producono tutta una serie di strani vocalizzi. Uno dei più strani è il fischio
Nelle savane africane oltre alle famiglie di leoni che prendono pigramente il sole aspettando che sia ora di caccia si muove anche un altro felino, maculato: il ghepardo. Considerato l’animale più veloce della Terra è in grado di correre ad una velocità massima di quasi 100 km orari. Una caratteristica che lo aiuta nella caccia alle prede. Come molte altre creature meravigliose del nostro pianeta si tratta di un animale in pericolo di estinzione.
Una creatura che ha tra l’altro diverse cose in comune più con il gatto domestico che non con gli altri grandi felini cacciatori. Una di queste caratteristiche che ha in comune con i felini domestici è il fatto che faccia le fusa. Qualcosa che per esempio a tigri e leoni non riesce. Si tratta di un fenomeno che avviene a causa della conformazione delle corde vocali. Ed è proprio la struttura dell’organo fonatorio del ghepardo che gli permette di fischiare.
Ascoltare il richiamo di un branco di leoni di sera in un panorama africano è qualcosa che lascia senza fiato. Soprattutto perché questo suono, basso, gutturale e lungo segnala la presenza di queste creature maestose così fragili. Ma nel panorama sonoro dei parchi africani oltre alle note basse e vibranti dei leoni ogni tanto è possibile sentire anche note più alte e vagamente stridenti. Si tratta dei richiami dei ghepardi.
Felini particolari, dotati di una struttura ossea estremamente mobile e muscoli molto sviluppati, i ghepardi non sono pensati per ruggire. E gli scienziati sono riusciti a registrare il loro richiamo che ricorda un miagolio nervoso. Ma che cosa fanno i ghepardi con questi suoni che assomigliano ai vocalizzi dei gatti di casa?
Lo studio è stato pubblicato sul sito ufficiale della Wiley Online Library e si è concentrato su 20 ghepardi adulti seguiti e registrati in ambiente naturale. Si tratta quindi di uno studio diverso da quelli già condotti con esemplari in cattività. Dallo studio, durato due anni, è emerso che i ghepardi maschi e femmine utilizzano questi squittii e questi fischi, che cambiano tra esemplari maschi ed esemplari femmine, per chiamarsi anche da lontano e che, anche se le percentuali riguardo questa funzione non solo definitive, fischi e suoni diversi sono destinati ad esemplari specifici. Non ruggiscono, quindi, ma emettono tutta una vasta gamma di suoni esattamente come altri animali più o meno rari del pianeta, tra cui gli esseri umani. Lo studio è disponibile sul sito ufficiale della Wiley Online Library ed è corredato anche da un interessante file audio.
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