I distributori automatici lanciati dall’azienda giapponese che ha appena acquistato la Peroni, hanno una peculiarità davvero interessante: assorbono Co2
La tecnologia negli ultimi anni sta cercando di diventare alleata dei progetti ambientalisti. Un po’ perché ci si rende conto che non si può aspirare ad un futuro altrimenti. Un po’ per cavalcare un’onda che dagli ideali passa molto rapidamente al business. Per cui chi meglio della tecnologia innovativa può cercare soluzioni che riescano a coniugare marketing con la sostenibilità? E dal Giappone arrivano questi nuovi distributori automatici, che non sono molto diversi da tutti gli altri distributori del mondo presenti negli uffici, ma con una peculiarità in più, che potrebbe aiutare a sottrarre dall’aria una buona quantità di anidride carbonica.
L’azienda che ha messo a punto questo modello è la Asahi Soft Drinks, una delle più grandi aziende produttrici e distributrici di bibite, che nel 2016 ha acquistato la ex italiana Peroni. Lo scopo è di arrivare ad una neutralità climatica dei distributori entro il 2050. Per il momento le macchinette riescono ad assorbire il 20 per cento dell’anidride carbonica che producono. Con l’intento di aumentare di anno in anno.
I distributori che sottraggono Co2 dall’ambiente
L’idea rivoluzionaria è di utilizzare il sistema di raffreddamento per assorbire l’anidride carbonica. Per il resto i distributori automatici hanno in tutto e per tutto lo stesso aspetto degli altri. Solo che l’aria per il raffreddamento viene aspirata dall’esterno. La presenza del calcio riesce ad assorbire una certa quantità di anidride carbonica. E per finire, lo stesso calcio, quando ha assorbito tale quantità di Co2 da non essere più utilizzabile, viene reimpiegato nel settore edile per comporre il cemento. Dunque riciclo completo. A detta dei produttori, ogni distributore avrebbe la capacità di assorbimento di anidride carbonica pari a 20 alberi di cedro.
La tecnologia e la sostenibilità
Negli ultimi decenni la tecnologia e l’ingegneria si stanno prodigando copiosamente per cercare soluzioni green. Il problema è che il problem solving è orientato a farci mantenere il medesimo stile di vita, cercando di ridurne la dannosità. Obiettivo a lungo termine che è impossibile da portare a compimento. L’essere umano per primo dovrebbe rendersi conto che lo stile di vita e di consumo a cui siamo abituati non è affatto sostenibile, specialmente in vista di un aumento demografico su scala mondiale. Ed i distributori succhia C02 non fanno eccezione.
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