Il prato a rotoli sta iniziando a riscuotere un discreto successo in tutto il mondo. Tante le domande su questo prodotto, in primis quelle inerenti la sua durata
Il desiderio di possedere un prato che faccia invidia ai vicini, deve andare di pari passo con la consapevolezza che questa manifesta superiorità richiede l’investimento di tempo, fatica e risorse economiche. Numerose le variabili di cui tenere conto: manutenzione, falciatura, irrigazione, arieggiatura, eliminazione delle infestanti, concimazione, diserbo ecc…
Il solo venir a conoscenza di questi aspetti diventa il maggior incentivo per riporre il sogno negli angoli remoti di un cassetto che non verrà mai più aperto. Il prato a rotoli (o in zolla) può però rivelarsi un’ottima soluzione di compromesso: è un prato seminato o coltivato per diciotto mesi, raccolto in strisce (tagliate a un centimetro e mezzo sotto il livello del terreno) e arrotolato per facilitare il trasporto e la posa. La sua resistenza è superiore rispetto a quello seminato. Ma riguardo la durata?
Come per qualsiasi materiale, la risposta a questa domanda non può essere immediata ma necessita di precisazioni. In primis bisogna tenere conto dell’usura che la superficie sperimenterà: sarà direttamente proporzionale all’uso che se ne fa. Per tale ragione viene in soccorso la manutenzione, che è di gran lunga inferiore a un normale cortile. La robustezza, poi, li rende resistenti anche a forti sollecitazioni.
A differenza di quelli seminati, i prati a rotoli sono istantanei: si impiegano dalle tre alle quattro settimane per una radicazione corretta. La soddisfazione per l’immediato aspetto curato si somma al minor lavoro necessario per raggiungere tale “perfezione”. Un risparmio di tempo ed energie quindi, oltre che di acqua: circa il 66% in meno rispetto a quella necessaria per irrigare un prato “canonico”.
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A differenza dei classici prati, non è necessario piantare i semi nella stagione di crescita affinché sussistano tutte le condizioni necessarie per la germinazione. L’installazione può infatti avvenire in qualsiasi momento dell’anno: si consigliano in particolare i mesi autunnali, primaverili ed estivi; maggiore accortezza è invece necessaria durante l’inverno. É sempre richiesta la preparazione del terreno e l’irrigazione.
La durata si configura come un fiore all’occhiello: sono più resistenti di quelli “classici” e chi vi cammina sopra non deve limitare troppo le proprie attività. Sono inoltre meno soggetti alle bizze meteorologiche. In generale, molto dipenderà dalla cura e dalla manutenzione prestata: se corrette e costanti, alcuni esperti si spingono ad affermare che potrebbe anche considerarsi infinita.
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