Le ricerche sui “Giganti estinti” sono proseguite fino al ritrovamento di alcuni dettagli fondamentali su una delle specie più ignote della storia.
Avete mai sentito parlare di “Giganti Estinti”? Gli scopritori, nonché studiosi della Curtin University finora hanno sempre tenuto sulle spine le curiosità di paleontologi e amanti di animali della preistoria e non solo.
Con l’approfondimento sui nuovi dettagli riguardanti alcune delle specie presumibilmente mai esistite, i paleontologi e gli zoologi sono arrivati a scoprire qualcosa di davvero straordinario su queste creature, vissute in epoche differenti dalla nostra.
Con tutta probabilità la specie dei “Giganti estinti” si sarebbe eclissata circa un millennio fa e durante la sopravvivenza si adattava alla grande agli ambienti equatoriali e ai climi caldi dell’attuale terra del Madagascar.
Tuttavia le ricerche non si sono fermate in questo punto e hanno proseguito il loro iter di studi sulla specie estinta rilevando il nome in “Aepyornithidae Aepyornis”, meglio conosciuta come “uccello elefante”
La sconvolgente scoperta sulla specie estinta un millennio fa: ecco perché era fatta così
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Gli uccelli elefanti del Madagascar, oggi conosciuta come la specie “Gigante estinta” non erano volatili migratori e a tal proposito c’è una giustificazione a questa teoria.
Nel prosieguo degli studi sulla specie vissuta fino a un millennio fa nelle zone più calde del nostro emisfero si è arrivati a concepire questa specie similare ai “Kiwi” della Nuova Zelanda da un punto di vista della somiglianza.
Tuttavia spiazza ancor più quanto al tempo questi animali facevano del loro punto di forza, la stazza e le dimensioni gigantesche che non permettevano all'”Aepyornithidae Aepyornis” di volare e dunque di stabilirsi e adattarsi in altri ambienti.
Quest’ultima scoperta è stata possibile grazie alle analisi su circa 1.000 frammenti di gusci d’uovo, i cui studi sul sezionamento del corpo sono iniziati ben 150 anni fa. Solo oggi tuttavia si è riusciti a concepire come questo genere di ratiti dominava i paesaggi torridi e afosi.
Non era una specie carnivora ma come dicevamo faceva della sua dimensione l’arma vincente contro eventuali predatori. Potevano arrivare fino a tre metri d’altezza e pesare oltre 400 chilogrammi.
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La composizione più o meno spessa della superficie delle uova determinava il peso corporeo del volatile “terrestre”, paragonabile ad un “Kiwi” neozelandese piuttosto che ad un’altra specie estinta come il “Dodo” (di minori dimensioni), ma del quale ancora oggi non si conoscono le ragioni della definitiva scomparsa.