Milioni di anni individui giganti popolavano l’Africa, scomparendo e riducendosi mano a mano nel corso dei millenni. Ecco lo studio che ha analizzato questa importante scoperta.
L’Africa è considerata dagli esperti il luogo in cui è avvenuta l’evoluzione della specie umana. A darne prova le evidenze fossili e genetiche rinvenute proprio in territorio africano. I primi ominidi hanno iniziato la loro evoluzione proprio in questo vasto continente già 6 milioni di anni fa per poi migrare nel resto del mondo. È proprio in Africa, 200.000 anni fa, che è nato il primo essere umano anatomicamente moderno: l’Homo Sapiens.
Il continente africano, culla dell’evoluzione del genere umano è stato anche il luogo della nascita di numerose altre specie del mondo animale. Gli scienziati hanno scoperto però che negli ultimi 4 milioni di anni le dimensioni della fauna sono regredite sempre più, a differenza dei loro antenati, considerati veri e propri giganti. Oggi gli esemplari che facevano parte della cosiddetta megafauna si sono ridotti sempre più, ma cosa c’è dietro questo fenomeno?
Milioni di anni fa, il continente africano sarebbe stato ricco di creature di dimensioni gigantesche. Gli scienziati parlano della cosiddetta “regola ecologica della scalarità metabolica“, secondo cui le specie di grandi dimensioni hanno una densità di popolazione inferiore rispetto alle specie più piccole. Nonostante questo, ambienti particolari come la savana in Africa, possono portare a maggiori difficoltà di sopravvivenza alle specie più piccole. Proprio per queste ragioni l’Africa è ricca di specie appartenenti alla megafauna: elefanti, rinoceronti, gorilla e bufali sono solo alcuni dei grandi mammiferi che vivono in queste aree.
Oggi, grazie all’analisi di migliaia di denti fossili è stato possibile tracciare i cambiamenti nelle dimensioni di questi grandi mammiferi. Dimensioni che con il corso dei millenni si sono ridotte sempre più. Questi giganti africani avevano una biomassa totale maggiore, ad esempio gli elefanti raggiungevano millenni fa un peso pari alle 10 tonnellate. Con il passare dei millenni però la biomassa media di questi grandi mammiferi si è ridotta sempre più.
Contrariamente all’idea che il declino della megafauna africana sia causato principalmente dalle attività umane e dalle sue conseguenze, come la deforestazione e l’inquinamento, la ricerca scientifica ha dimostrato come questa perdita di grandi animali sia iniziata prima ancora che l’uomo apprendesse le tecniche di caccia e già in età post preistorica. Un contributo a questo fenomeno, come fattore di accelerazione di questo processo, c’è sicuramente il mutamento delle temperature globali e l’espansione delle praterie tropicali.
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