In occasione della giornata per la sicurezza alimentare sono state predisposte diverse campagne di sensibilizzazione. Cosa si può fare
L’Efsa è l’autorità sulla sicurezza alimentare, che supervisiona le filiere industriali ed i prodotti di importazione ed esportazione. Tuttavia ogni Paese ha la sua autorità, che nel caso dell’Italia è sotto la supervisione del Ministero della Sanità. Per salute alimentare non si intende esclusivamente evitare di consumare cibo tossico, che può dare delle ripercussioni a stretto giro. Anche il regime alimentare sano deve essere salvaguardato. E questo si può fare solo con un’educazione alimentare alle spalle. Che l’Italia un tempo conosceva, ma che si è andata via via perdendo. Ed il ruolo dovrebbe essere preso in carico innanzitutto dalle istituzioni sociali di base: la scuola e la famiglia.
La ASL focalizza la sensibilizzazione e gli interventi sulla prevenzione delle malattie correlate al consumo di cibi tossici, quali agenti portatori di salmonellosi o batteri simili. Tuttavia parallelamente si deve implementare una cultura che eviti di intossicare il corpo alla lunga, ad esempio con un’esposizione continuata ai pesticidi, un consumo eccessivo di prodotti iper processati.
È stata istituita nel 2019 dalle Nazioni Unite. La sicurezza alimentare parte dalle istituzioni, con i controlli periodici sui prodotti che finiscono sui banchi del supermercato e sulla filiera di produzione, in particolare per gli alimenti di origine animale. Ed allora controlli negli stabilimenti, sulla correttezza delle procedure di macellazione, ed anche di conservazione. Si dovrebbe fare di più sui controlli del trasporto di animali vivi da macellare. Anche se un animale è stato macellato in Italia, la sua crescita ed il suo allevamento probabilmente provengono da altri Paesi con cui l’Italia ha stretto accordi commerciali.
Il problema della sicurezza alimentare è anche collegato alla cultura di massa. Il cosiddetto cibo spazzatura, sempre più diffuso della popolazione dei giovani e giovanissimi, è stato in buona parte responsabile dell’aumento dell’indice di obesità in età infantile e pre adolescenziale. Così come i prodotti ultra processati, ovvero molto lavorati e già pronti per essere cotti, come i burger vegani o le cotolette di pollo panate. E non si deve trascurare il controllo sui pesticidi, che alla lunga mina la sicurezza alimentare della collettività. Con la conseguenza che chi ha il privilegio di poter approfittare di cibo autoprodotto, o chi acquista solo biologico, a fronte di una spesa non indifferente, può tenersi al riparo dal rischio di contaminazione da pesticidi. Chi non ha accesso a questi vantaggi invece è costretto a consumare alimenti maggiormente inquinati.
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