È stata istituita nel 2014 dalle Nazioni Unite. La giornata internazionale dei tropici è un’occasione per riflettere sull’importanza di questo ecosistema.
Il 29 giugno non è solo festa dei patroni della Capitale San Pietro e Paolo. In questa data la maggior parte delle attività nella città di Roma sono ferme. Tuttavia i romani, cui la festa religiosa interessa, non devono dimenticare che il 29 giugno c’è un’altra occorrenza: la celebrazione della giornata internazionale dei tropici. L’area dei tropici è molto vasta, e comprende Paesi anche molto distanti tra di loro.
Esiste una definizione geografica specifica per identificare i tropici, e dunque i paesi tropicali. Ma al di là delle definizioni, quello che ha fatto scattare una molla alle Nazioni Unite è stata la considerazione dell’unicità degli ecosistemi tropicali, che sono fondamentali per la ricchezza e biodiversità naturale su scala mondiale.
Forse non molte persone sanno che i tropici comprendono anche zone che potrebbero avere dei climi molto rigidi, come ad esempio le Ande, la Tundra alpina, aree climatiche associate ad alcuni tropici. Questo a manifestare che per tropico non si intende esclusivamente un paesaggio caldo con palme e spiagge, ma diversi ecosistemi, che rendono il termine “tropicale” estremamente più vasto e complesso.
E queste sono aree che devono essere tutelate dalle minacce che incombono. Prima su tutte il cambiamento climatico, che comporta desertificazione incombente e deforestazione. Questo ultimo punto è ampiamente incentivato dalle attività antropiche, che dall’occupazione di suolo per gli allevamenti traggono profitto. Ed allora le foreste possono anche essere eliminate.
I tropici identificano aree molto vaste, che ricoprono il 54% delle risorse idriche rinnovabili su scala mondiale. Questa preziosa fonte deve essere preservata a tutti i costi, anche allo scopo di contrastare l’incedere della siccità, e con essa, la desertificazione. La popolazione che vive nelle aree amazzoniche, specialmente dopo che le foreste sono state abbattute per coltivale l’albero della palma, da cui si ricava l’olio tanto diffuso in commercio, sono fortemente a rischio incolumità. Queste minacce provengono principalmente dalle politiche scellerate dell’ex presidente Bolsonaro. I danni sono stati molti, ci si augura che Lula riesca in qualche modo a compensarli.
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