Nella giornata mondiale dell’elefante si vuole porre l’accento sul rischio estinzione di questi esemplari e chiedere di fare qualcosa per poterli salvare
L’elefante, maestoso e spettacolare esemplare, è a rischio estinzione. Inutile girare intorno alla questione pensando che sia una sorta di selezione naturale a far essere il loro futuro orribile. No, la colpa è dell’essere umano e della sua instancabile voglia di avere sempre di più, senza mai capire realmente quando sia giunto il momento di fermarsi e mettere la parla fine.
Ammirati e venerati in molte culture, non sembra bastare per preservare la loro specie, che sempre più in diminuzione si pensa possa estinguersi entro il prossimo decennio. Un tempo davvero troppo breve e che fa capire quanto si debba sbrigarsi per far si che le cose cambino. Il 12 agosto è la giornata mondiale dell’elefante, una giornata dedicata a loro nella quale si tenta di sensibilizzare e chiedere di ascoltare il loro silenzioso grido di aiuto.
Elefante, una specie a rischio estinzione
E’ assurdo anche solo dover immaginare che tra qualche anno non si condivida più il pianeta con questi animali. Certo non sono animali comuni che si trovano in tutti i paesi, ma ciò non toglie il dover tentare in tutti i modi di salvaguardarli. La giornata mondiale dell’elefante è stata fondata nel 2012 da Patricia Sims e dalla Elephant Reintroduction Foundation della Thailandia. Ogni anno da allora si cerca di sensibilizzare sulla loro situazione, tentando di far capire che se non si troverà subito una soluzione nell’arco di pochi anni, si assisterà all’ultimo esemplare sulla Terra e dopo di lui, più nessuno.
Nell’ultimo decennio gli elefanti hanno visto ridurre la propria popolazione del 62% e gli esperti affermano che si estingueranno entro solo 12 anni. Già inseriti nella lista rossa della IUCN, Unione internazionale per la conservazione della natura, si tenta in tutti i modi di salvaguardarli. Tutto questo è a causa del bracconaggio per appropriarsi dell’avorio da rivendere sul mercato asiatico, riduzione dei loro habitat e il maltrattamento degli esemplari tenuti in cattività. L’attenzione rivolta loro non deve essere confinata alle 24 ore della giornata mondiale, ma deve essere costante per far si che il loro futuro cambi e non sia più così orribile come ci si aspetta.