Il 17 aprile 2000 un triste episodio ha generato la giornata mondiale della lotta contadina, che ogni anno viene celebrata per non dimenticare
La giornata mondiale della lotta contadina, come tutte le ricorrenze, nasce per non dimenticare. Tuttavia l’episodio del passato è ancora vivo nel presente. Lo sfruttamento dei contadini e del lavoro agricolo da parte delle lobbies delle industrie alimentari stanno sempre più schiacciando la fase propedeutica, e senza la quale nessun alimento potrebbe arrivare sulla tavola: la coltivazione. Ed a farne profitto ovviamente sono i soliti noti. Quello che viene solitamente richiesta è una distribuzione equa delle risorse.
Risorse economiche, nella misura di un pagamento giusto, e di risorse di terra. Tra i fenomeni più diffusi in Sud America ci sono le espropriazioni di terreno da parte delle majors dell’industria alimentare. Con lo scopo di produrre sempre di più ed accaparrarsi il mercato estero. E l’Europa ne è complice, con i numerosi accordi commerciali con determinate aree del mondo per l’importazione di cibo a basso costo.
È successo 23 anni fa. Durante una manifestazione di lotta contadina per il “movimento sem terra”, nello stato brasiliano del Parà, 19 manifestanti sono stati uccisi dalla polizia. La manifestazione ha coinvolto circa 3.500 famiglie, che semplicemente chiedevano quello che era nel loro diritto, scritto nella legge dello Stato: la ridistribuzione delle terre. La richiesta più specifica era che venissero distribuiti ai contadini i 40mila ettari di terreno improduttivi di proprietà della fazenda Macaxeira. Purtroppo una legittima richiesta si è trasformata in tragedia. Da allora ogni anno il 17 aprile vengono ricordate le vittime di una giusta lotta, e si tenta di fare qualche passo avanti nel contrasto delle ingiustizie e nella richiesta di equità, contro lo sfruttamento del lavoro contadino.
Sostanzialmente sono due azioni indebite che l’industria agroalimentare compie nei confronti nei contadini. Il dumping è l’esportazione di prodotto ad un prezzo minore rispetto al mercato interno, per accaparrarsi altre fette di mercato. E quella sottrazione di prezzo la pagano gli anelli più deboli, i contadini. La coltivazione è la fase essenziale, ed in quanto tale deve essere salvaguardata. Così come la lotta contadina, del tutto legittima, messa in atto su basi ampiamente condivisibili.
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