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Giornata mondiale degli Oceani: da questi dipende la vita sulla Terra

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Nonostante siano di fondamentale importanza per la vita sulla Terra, non si riserva loro la giusta attenzione e premura. E’ un intero mondo a rischio e ancora oggi sembra che non interessi a tutti. Eppure i cambiamenti climatici stanno apportando modifiche ad un habitat che funzionava perfettamente e che adesso si vede costretto a mutare. La plastica è tra i suoi primi nemici ed è incredibile come l’intelligenza umana che ha portato l’uomo sulla Luna non riesca a trovare rimedio al danno causato.

L’8 giugno si festeggia la giornata mondiale degli Oceani con molte iniziative ed eventi per sensibilizzare sull’argomento e tentare, tutti insieme, di porre rimedio ad una minaccia che, anche se si rifiuta di ammettere, essere molto più grande di quello che si può credere.

Gli Oceani sono in pericolo: bisogna intervenire

Plastica oceani (Foto Adobe)
Plastica oceani (Foto Adobe)

Istituita nel 2008 dalle Nazioni Unite, la giornata mondiale degli Oceani viene celebrata l’8 giugno. Lo scopo principale, come già detto, è quello di sensibilizzare sulla critica situazione che le acque del Pianeta stanno vivendo, tentando di promuovere progetti per la salvaguardia e la tutela di queste. Il tema del 2022 è: “Rivitalizzazione: un’azione collettiva per proteggere il mare“.

Le distese d’acqua presenti sulla Terra, ricoprono il 70% della superficie e sono di vitale importanza in quanto rilasciano il 50% dell’ossigeno che l’essere umano respira e assorbono un terzo dell’anidride carbonica che viene emessa. Molte le conseguenze che a causa dei cambiamenti climatici stanno modificato un ecosistema che è entrato in forte crisi. Laumento delle temperature degli oceani comporta un cambiamento nella circolazione dei mari, nelle precipitazioni e i regimi di evaporazione.

Dovrebbe essere inutile dire che questo comporta modifiche nei cicli biologici delle specie che abitano le acque che hanno anche meno difese contro le malattie. Inoltre si sta verificando un “cambio di specie”, quelle abituate a temperature calde si spingono dove prima le acque erano più fredde. A loro volta animali che popolavano acque fredde si spingono sempre più vicino ai Poli alla ricerca della temperatura che più gli è famigliare. Questo altera l’ecosistema, il funzionamento dei mari e la catena alimentare.

L’essere umano dovrebbe ricordare che tutto ciò che è sulla terra ferma prima o poi giunge nel mare. Molti prodotti utilizzati, presto, inquinano le acque producendo la fine della vita di molti coralli. Infine, ma non per la sua importanza, un’altra conseguenza è l’innalzamento dei mari che comporta un rischio molto grande per tutti gli abitanti di città costiere.

La situazione non è delle migliori e bisogna fare da subito qualcosa per poter porre rimedio ai danni causati. Un buon punto di partenza potrebbe essere capire come poter diminuire l’impatto dell’uomo per permettere alla natura di respirare. Come è stato notato durante la pandemia, molte popolazioni marine e elementi degli ecosistemi si “rigenerano” velocemente se non “influenzati” dal costante inquinamento dell’uomo. Si deve coesistere ed è impossibile non trovare un modo. Le conseguenze verrebbero pagate dall’intero Pianeta e da chiunque lo abiti.

 

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