Entro il 2024 a tutti gli europei e non, servirà una registrazione ed un visto a pagamento al sistema Electronic Travel Authorization (ETA) per entrare in Gran Bretagna. Vi sveliamo anche il costo…
La Brexit si sta facendo sentire nelle tasche degli europei e non solo visto che il vicino Regno Unito ha preso provvedimenti molto importanti per tutti quelli che dal 2024 vorranno entrare nel suo territorio nazionale. È stato infatti lanciato ieri un programma di autorizzazione elettronica di viaggio chiamato (Eta) – Electronic Travel Authorization – e da quello che si apprende i primi a utilizzarlo saranno i visitatori provenienti dal Qatar già dal prossimo ottobre. L’estensione dell’obbligo però coinvolgerà anche tutti gli altri Paesi entri la fine del 2024, Italia compresa.
Per andare in Gran Bretagna servirà il visto Eta
Attualmente gli europei, americani e australiani non devono presentare nessun tipo di domanda per visitare il Regno Unito. Presto però dovranno correre ai ripari e munirsi del visto speciale che ne certifica il pagamento e quindi l’ingresso per un breve periodo. Il documento dovrà essere presentato in aeroporto assieme al passaporto al momento dell’imbarco, altrimenti si rischia di non poter neppure salire in aereo. Questo visto permetterà così di soggiornare in Gran Bretagna fino alla scadenza del tempo riportato nel documento.
Oltre ad essere un sistema per rimpinguare le tasche della finanza inglese, questo documento è visto anche come sistema congeniale per debellare o limitare al massimo alcuni dei reati più comuni come il furto di identità, consentendo così anche un controllo dei documenti più veloce. Ma come poter procurarsi l’Eta?
Come munirsi del visto e quanto costerà?
La domanda si potrà fare on line collegandosi al sito dell’Eta e costerà 10 euro. Serve però prima l’approvazione delle autorità del Regno Unito che visualizzeranno i documenti entro pochi giorni con risposta sempre via e-mail. Il Ministro dell’immigrazione britannico Robert Jenrick ha spiegato che “gli Eta miglioreranno la sicurezza delle nostre frontiere aumentando la nostra conoscenza di coloro che cercano di venire nel Regno Unito e prevenendo l’arrivo di coloro che rappresentano una minaccia”.